Divina Bellezza a Siena

Certe volte, per provare a giudicare, è necessaria quella giusta dose di empatia che permette di calarsi nei panni di un turista che decide di visitare la mia bella città, Siena. E arriva a Siena da una delle “porte di accesso” autostradali, dalla Colonna di San Marco, per parcheggiare magari in Fontebranda, al Parcheggio di Santa Caterina (alla modica cifra di 2€ l’ora, 24 ore su 24…), seguire l’istinto di proseguire a piedi verso quella bella torre bianca e nera che svetta dalla collina soprastante e prendere –guarda un po’– anche la risalita meccanizzata del Costone, nella speranza di non trovare le scale mobili guaste (ipotesi non peregrina, considerando che l’ultimo guasto ha costretto un fermo tecnico di oltre 2 mesi…). Lungo le pareti della risalita, gigantografie della “Divina Bellezza”, la nuova idea commerciale promossa dall’Opera del Duomo (Opera Laboratori Fiorentini / Civita) per far conoscere la storia di Siena e del Duomo in particolare: a 13€ cadauno, quando cala la notte è possibile assistere ad uno spettacolo/proiezione in Piazza Iacopo della Quercia, opportunamente blindata per evitare gli sguardi degli “scrocconi” alle proiezioni sul facciatone e le pareti laterali della piazza stessa.

Così, ascoltando la voce profonda della narrazione, prima in inglese e poi in italiano, per poi cambiare ordine a metà spettacolo (non ho ben capito il perché…), il nostro turista si trova ad assistere alla storia romanzata della nostra città, dalle manie di grandezza del popolo Senese che, in competizione con Firenze, “voleva il duomo più grande e più bello”. Peccato che nel 1348 arrivò la peste e mentre le riprese disegnano sul facciatone dei teschi che ruzzolano giù (tra il kitsch e macabro), la voce sentenzia la definitiva morte del megalomane progetto, l’arrivo dell’umanesimo, del rinascimento e di un nuovo modo di concepire il mondo.

Tecnicamente ineccepibile, il prodotto commerciale proposto si dimentica le corporazioni e le compagnie militari, che hanno reso veramente grande ed unica la città di Siena insieme alla sua Banca (per la verità, accennata soprattutto come “sponsor” della costruzione del Duomo). Niente sulle contrade e sul Palio, lasciando il turista un po’ smarrito perché ovunque per la città gli angoli dei palazzi e le vetrine ricordano che Siena è “la città del Palio” ed in TV, tra le polemiche, due giorni all’anno anche il “tiggì” annuncia il vincitore.

Così, in una città dove i cinema sono praticamente scomparsi (resistono solo pochi coraggiosi), il nostro turista -che  fortunatamente ha deciso di rimanere in città anche la sera- può comunque gustarsi un “cinemascope” proprio davanti al Duomo, dove apprendere una incompleta, edulcorata e banalizzata storia di Siena in 30 minuti per capire, se è stato sufficientemente attento e perspicace, che senza la sua Banca ed il suo popolo, questa splendida città non sarebbe stata tale.

Buona visione e buon divertimento.

Sienaland

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