TL;DR Non si arresta l’emorragia di greenpass in vendita o in “regalo” sul web, probabilmente rubati. Nel mentre, l’autorità Garante della Privacy avvia una indagine in merito alle applicazioni che non rispettano le normative.
Da qualche giorno si stanno susseguendo sui consueti canali borderline annunci relativi alla vendita di DGC rilasciati –a detta dei venditori– da svariate autorità europee.
E, pubblicato pochissime ore fa, questo annuncio il cui autore dichiara di poterli rilasciare direttamente dai sistemi del Ministero della Salute italiano, dalla “Cartella Sole” e “ASL“:
Potrebbe chiaramente, come ho sempre sottolineato nei miei articoli, trattarsi di truffe che sfruttano le notizie diffuse da stampa per accreditarsi e conquistare incauti clienti pronti a pagare.
Tuttavia da qualche giorno sta circolando un archivio contente 63 certificati CGD gentilmente regalati ai “fellow italian fighters” da parte di un anonimo utente:
L’archivio sembra contenere green pass di cittadini italiani, rilasciati dalle autorità italiane, anche se :
In risposta a quello che sembra sempre di più un “attacco” alla credibilità dell’intero sistema dei green pass, nella prossima release dell’app. VerificaC19, la v1.1.6 che uscirà nei prossimi giorni, sarà implementato un sistema di revoca basato su blacklist.
Sorprende, onestamente, che una tale misura non sia stata implementata subito, poiché l’ipotesi che potessero circolare DCG non regolari oppure rubati era comunque plausibile.
In merito a questo leak, peraltro, il sospetto che possano essere frutto di un “furto” avvenuto ai danni dei legittimi proprietari, magari usando una app contraffatta o non regolare, è forte. Non è solo una coincidenza che proprio in questi giorni lo stesso Garante della Privacy abbia avviato una indagine relativamente ai software di verifica non regolari, mettendo in guardia gli utenti stessi: la verifica del greenpass può avvenire solo attraverso l’app. VerificaC19, rilasciata del Ministero della Salute.