Playing with the scammers

TL;DR Ecco cosa succede se rispondiamo, facendo finta di caderci, a una delle tante mail di scam che quotidianamente riceviamo nella nostra casella email.

Qualche giorno fa ho ricevuto l’ennesima mail di scam in cui mi si informava che avrei avuto un “winning and compensation fund” per essere stato vittima di… scam!

Generalmente queste mail finiscono direttamente nel cestino, quando non filtrate dall’antispam del MTA. Ma stavolta, sarà perché mi ha fatto sorridere il motivo, sarà perché mi era tornata alla mente la storia dello youtuber Atomic Shrimps che, stanco delle mail di scam, aveva iniziato a rispondere semplicemente “OK”, facendo impazzire lo scammer.

Sul web ci sono molte testimonianze di persone che, per vari motivi, si sono divertiti a rispondere agli scammer per fargli perder tempo: per quanto dispendioso, è un modo comunque per reagire a una minaccia sempre più grave: secondo The Global State of
Scams Report – 2022
del Group-IB

The number of scams reported increased with 10.2% from 266 in 2020 to 293 million reports in 2021. The amount of money lost in scams grew from with 15,7% from $47.8 billion in 2020 to $ 55.3 billion in 2021, mainly due to the rise in Investment Scams.

“The Global State of Scams Report – 2022”, Group-IB.

Per il nostro Paese i dati raccolti, che sono stime del fenomeno basate sui dati disponibili, parlano di oltre 130.000 “scam”, per quasi 500.000.000 $ di perdite complessive stimate.

Ma come funzionano queste truffe? Beh, dipende molto dalla truffa quindi generalizzare è difficile. In genere tutte iniziano con un amo, a cui la potenziale vittima abbocca rispondendo alla mail.

Attenzione: dati che ho inviato sono totalmente inventati e casuali, ma chiaramente lo scammer non lo sa e, quindi, prontamente risponde alla potenziale nuova vittima:

Oddio, scelta ardua. Puntiamo su una ATM card, che ne dite?

Lo scammer risponde solerte, e qui spunta fuori il primo indizio della truffa:

Capito? Sto per incassare 10,5 milioni di $ ma per ricevere la carta ATM dovrò pagare la spedizione via corriere. Comunque, al momento non sono ancora ricco quindi scelgo la più economica, DHL:

Scelta effettuata! Per fortuna l’importo non sarà addebitato, come dalle regole della “Corte Suprema degli Stati Uniti” (!), ma servirà solo per mettere in sicurezza la spedizione (!!):

Ma quindi, a questo punto, come pagare?

La butto là come provocazione allo scammer e propongo un pagamento via AMEX, dicendo che non ho alternative. A quanto pare, anche per gli scammer “pecunia non olet“!

Rispondo con dei dati totalmente inventati ma lo scammer vuole una foto fronte/retro della carta. Avrà mangiato la foglia? Sto comunque al gioco, inventandomi che non sono capace e che devo aspettare l’aiuto di mio nipote, giusto per prendere tempo: la rapidità è essenziale per la riuscita della truffa, come ogni buon truffatore ben sa, tanto che si offre pure di aiutarmi se lo contatto via WhatsApp…

Ovviamente non rispondo, tanto che lo scammer inizia a innervosirsi e inizia a scrivermi compulsivamente. Ad un certo punto rispondo che temo sia una truffa, anche perché “il gioco è bello quando dura poco”. “Ma che truffa? E’ tutto legittimissimo!” risponde.

Fino a quando, colpo di scena, per tentare forse di convincermi nella mia titubanza (“ma come,stai per incassare 10,5 milioni di $, ma cosa aspetti?!?!?”), mi manda delle foto “di sé” che aspetta i dati per procedere.

Foto che, come da una velocissima ricerca su Google Photos, appartengono a una semisconosciuta performer a luci rosse.

Lo scammer non si dà comunque per vinto, tanto da offrirmi una ulteriore possibilità di pagamento:

La 9 Payment Service Bank è una banca nigeriana, a ulteriore conferma –se mai ce ne fosse stato bisogno– che siamo davanti a una truffa bella e buona. Che di particolarmente sofisticato, tecnicamente parlando, non ha un bel niente: solo un truffatore che usando maniere gentili e toni pacanti cerca di indurre in tentazione il malcapitato, nella speranza che il sogno di diventare milionario possa far cedere davanti alla richiesta di invio dei dati per il pagamento di poche centinaia di dollari.

Insomma, dopo averci perso qualche ora e uno scambio di qualche decina di mail (si, sono molto insistenti…), ho lasciato perdere e il tutto è finito qui. La mia curiosità era soddisfatta e spero anche la vostra, quantomeno con l’intenzione di far capire una delle tante modalità con cui questi truffatori da strapazzo agiscono ai danni di ingenui malcapitati.

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