“Anche quando fa giustizia, la violenza è ingiusta.”
Thomas Carlyle
La giornata è iniziata con una notizia molto triste e preoccupante. Una persona di mia conoscenza, sicuramente un carattere “particolare“, è stata letteralmente aggredita dopo che si era recato alla Posta senza mascherina. Non ero presente quindi mi astengo dall’esprimere ulteriori giudizi ma, sicuramente e senza alcuna titubanza, la violenza fisica che sembra abbiano esercitato su di lui –tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto Soccorso– non sono in alcun modo giustificabili.
Di violenze ce ne sono tante. C’è quella verbale, quella psicologica, quella fisica. Non vorrei ad esempio essere nei panni di questa giovane mamma di 39 anni, la cui unica “colpa” è essere una infermiera. Si, quelli che sui TG si affannano a chiamare “eroi”. A seguito del ricorso del padre al Tribunale, i Giudici hanno deciso di togliergli i due figli di 10 anni fino a fine emergenza CoVID-19. “Troppo esposti” avrebbero detto. Poco importa se, stando ai dati ufficiali, non si registrano vittime per questa fascia d’età. Ancora una volta, i grandi dimenticati di questa emergenza sono i bambini.
La diffusa ignoranza digitale del Paese miete altre vittime. A quanto sembra, il Sisp –Servizio di igiene e sanità pubblica– dell’Asl di Torino ha perso centinaia di mail di segnalazione “rimbalzate” a causa di una casella mail troppo piena.
Tuttavia, sempre la medesima “ignoranza digitale” certe volte ci regala delle perle di comicità davvero uniche. Oggi la Fieg -Federazione Italiana Editori Giornali- che chiede all’AgCOM di sospendere Telegram (si, l’intera piattaforma!!!) perché vi circolerebbero, secondo le accuse, copie “pirata” dei quotidiani. Capisco la preoccupazione, sia chiaro. Il dilagare della pirateria sul web è ormai un fenomeno presente da anni. Proprio per questo, direi di spegnere direttamente tutta Internet. Che ne dite?
Ironia a parte, voglio affrontare con voi lettori un problema serio.
Da qualche settimana sto scrivendo questo “diario della quarantena“, riportando i miei pensieri, opinioni, informazioni che ritengo utili al dibattito collettivo sulla situazione. Purtroppo, però, quello che vedo è proprio l’assenza di dibattito. Assenza di voci critiche, molto probabilmente dettato dalla paura di essere additato come “voce fuori dal coro” in un momento storico molto particolare. Sembra esserci, nell’aria, la ferma volontà di difendere a oltranza il pensiero unico, quello indotto dai media, dal Governo e dalle autorità in generale. Il dissenso viene considerato un problema, accerchiato e soffocato come un nemico. Proprio in un momento in cui il dissenso e le voci critiche sono forse l’unico argine all’istituzione di un Regime.
Soprattutto sui social, dove c’è una forte interazione tra gli utenti, ho notato come le voci fuori dal coro vengano subito accerchiate, arginate e soffocate in pesanti shitstorm che non di rado sfociano in toni aggressivi e violenza verbale. Anche per questo motivo, come sapete, ho limitato la mia presenza su Facebook: la difficoltà d’instaurare un dialogo costruttivo basato sui fatti e numeri. Una difficoltà che già era evidente in periodi normali, figuriamoci in momenti straordinari (intesi come “fuori dall’ordinario”).
A quanto pare, non sono l’unico ad aver percepito questa difficoltà, che limita fortemente la libertà di espressione come diritto costituzionalmente garantito a ognuno di noi.
Si è avvertito, infatti, fra la gente, e purtroppo talvolta anche fra gli operatori giuridici, la volontà di affermare su questi temi il pensiero unico, l’idea che le cose potessero stare in un certo modo e basta, e che ogni dubbio fosse inopportuno, un vezzo fuori luogo in un contesto drammatico e doloroso.
Emergenza sanitaria. Dubbi di costituzionalità di un giudice e di un avvocato, Maria Giuliana Civinini, Giuliano Scarselli,
Anche Avvenire, il giornale della CEI, riserva spazio a un interessantissimo editoriale di Byung–Chul Han, filosofo cinese, che spiega “La società del virus tra Stato di polizia e isteria della sopravvivenza”:
La strenua lotta per la sopravvivenza subisce ora un inasprimento virale. Ci pieghiamo allo stato di eccezione senza opporre resistenza. La limitazione dei diritti fondamentali viene accettata senza colpo ferire. L’intera società si trasforma in una quarantena, variante liberale del lager in cui imperversa la nuda vita. Oggi il campo di lavoro si chiama home office. È solo l’ideologia della salute e della sopravvivenza a distinguerlo dai campi di lavoro del passato.
La società del virus tra Stato di polizia e isteria della sopravvivenza, Byung-Chul Han, Avvenire
Sempre sul tema della violenza, allargandone gli orizzonti, può considerarsi tale la volontà di mantenere dietro costosi paywall gli articoli scientifici sulla Sars-CoV-2? Secondo Shrine, pseudonimo dietro cui c’è un anonimo hacker, no. Così ha deciso di effettuare il leak di migliaia di articoli scientifici (oltre 5000) a pagamento e di pubblicarli, gratuitamente, in Rete. Se siete curiosi, qui il post su Reddit.
Sul tema della libertà e dell’open source, segnalo questa interessante iniziativa sulla produzione di mascherine decentrata e libera di vincoli e brevetti.
Anche oggi niente eroi. Sono troppo rattristato e avvilito per quanto accaduto all’amico di cui ho parlato in apertura. Qualcuno penserà che, in fondo, se l’è cercata ed è esattamente questo il più grande successo del Regime. Troppo severo? Mala tempora currunt sed peiora parantur.