51° giorno – Se tutto va bene, siamo rovinati

“Dobbiamo denunciare le cazzate quando le vediamo”
Ross Anderson

Se tutto va bene, tra 9 giorni sarà possibile uscire nuovamente di casa. Inizierà la famosa “fase-2”, anche se ancora nessuno ne conosce i dettagli. Sono usciti solo pettegolezzi e qualche desiderata. Per il momento, però, niente di ufficiale. Sembra che ci si potrà muovere liberamente, mantenendo mascherina e distanziamento sociale, solo entro i confini regionali. Mi dispiace per quelle Regioni che non hanno il mare. In Toscana, per fortuna, abbiamo tutto: dal mare alla montagna, e non vedo l’ora di poter tornare a inforcare la mia bici e pedalare in mezzo ai miei amati boschi. Sembra infatti che sarà possibile fare attività sportiva, ma per massimo 40 minuti. Come lo misureranno è ancora un mistero.

Ieri un mio contatto ha pubblicato una foto da Monaco di Baviera, scattata da un suo amico. Non potevo crederci, così ho chiesto conferma. “Si, è Monaco ieri l’altro” ha risposto. Devono essere impazziti tutti, in Germania!

Nel frattempo, anche l’Italia si sta preparando alla fine del lockdown. Una interessante novità sulle FAQ del Ministero dell’Interno specifica che

è sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, […], con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini […] effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago) purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. […] Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti. Sono fatti salvi, peraltro, diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali. La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono.

FAQ Decreto #IoRestoACasa, Ministero dell’Interno

Al che se ne deduce che (correggetemi se sbaglio):

  • il concetto di “prossimità” diventa “attività effettuate senza che…si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione” (la bicicletta è un mezzo di locomozione);
  • chi abita vicino al mare/lago/fiume può andare a farsi un bagno senza rischiare alcuna sanzione;

In ogni caso suggerisco sempre, prima di rischiare una costosa sanzione, di contattare (scritto è meglio) i locali vigili urbani/polizia/carabinieri e togliersi ogni dubbio. A tal proposito, vorrei fare una riflessione già fatta ma che merita di essere nuovamente riproposta oggi, giorno di “Liberazione”. Era anche una vecchia battaglia di Beppe Grillo, quando era ancora “Beppe Grillo”: le leggi devono essere chiare e comprensibili ai cittadini.

Trovo una inutile e pericolosa limitazione alla mia libertà il non essere in grado di capire cosa posso e non posso fare, poiché la normativa è scritta in modo confuso e suscettibile di interpretazione. Accettereste mai che, ad esempio, tutti i cartelli con i limiti di velocità venissero tolti e, al loro posto, si indicasse “velocità adeguata”? E che gli autovelox fossero tarati secondo il concetto di “velocità adeguata” della pattuglia di Polizia? E’ la medesima cosa, se ci pensate bene, con il concetto di “prossimità”. Se non altro, alla fine si sono degnati di specificare la clausola del non dover usare alcun mezzo di locomozione

Andiamo oltre. Oggi ho pensato che, alla fine, questa famosa app #Immuni non vedrà mai la luce. O, se la vedrà, sarà come un lampo del flash della macchina fotografica. Tempo qualche giorno e -puf!- finirà dimenticata in un angolo remoto dei pochi smartphone che l’avranno ancora installata. Fino a quando non servirà spazio. Del resto, parliamoci chiaro, non credo che una app del genere possa davvero servire a rallentare eventuali contagi. Suvvia, ammesso che funzioni tutto come previsto, ce lo vedete arrivare sul vostro smartphone un messaggio del tipo: “Oh, oh! Sei stato a contatto con una persona positiva al CoVID-19. Contatta subito il centro medico più vicino e mettiti in auto-isolamento fino a ulteriori accertamenti!”. Quale sarebbe la vostra prima reazione? E no, non è perché siamo “italiani (come a qualcuno piace dire) ma perché, semplicemente, siamo esseri umani. Con le nostre debolezze, le nostre paure, i nostri meccanismi di difesa.

Per funzionare davvero, non dovrebbe esserci privacy. Dovrebbero venire fuori nomi e cognomi, con tanto di segnalazione alle autorità del tipo “Tizio, residente in Via …, è risultato a contatto con Caio, positivo al CoVID”. Ma questo, sia chiaro, non lo desidero e moralmente non lo accetterei.

Ci sono poi questioni prettamente tecniche legate alla tecnologia BLE, di cui però vi rimando a questo articolo: COVID-19 Digital Contact Tracing Is Upon Us

Almeno io la vedo così. Felice di sbagliarmi, ovviamente.

Avvicinarsi al 4 Maggio 2020, data della Liberazione 2.0, sta cambiando anche il clima sociopolitico locale. L‘allegra macchinina del terrore ha cambiato messaggio. Adesso, per le vie del mio paesello, strilla un “Grazie! Grazie davvero per il vostro senso di responsabilità…“. Le persone hanno volti più rilassati, meno sospettosi, meno incattiviti. Stiamo tornando a salutarci quando ci incontriamo, anche solo con un cenno. Come dicevo ieri, ci si abitua a tutto. Anche al CoVID19 e alla convinzione di dover conviverci probabilmente ancora a lungo. Le mascherine ormai fanno parte dell’abbigliamento (fortunato chi ha un bello sguardo!) e i guanti abbandonati in giro stanno diventando parte integrante del panorama.

Nel frattempo anche il CoVID19 sembra fare meno paura. Sarà che ne sappiamo sempre di più. Giusto ieri l’ISS ha pubblicato una notizia decisamente interessante: COVID19: l’esito dell’infezione si decide nei primi 10-15 giorni dal contagio. Le ricerche indicano che “l’esito dell’infezione si decide nelle prime 2 settimane dal contagio e dipende dal bilancio tra la dose cumulativa di esposizione virale e l’efficacia della risposta immunitaria innata locale”. La ricerca spiegherebbe anche come mai tra le vittime ci sono tanti medici e operatori sanitari. Non è particolarmente sorprendente: dipenderebbe dal fatto che sono stati esposti a lungo con il virus, curando i pazienti malati.

Domani provo ad affrontare un tema che mi sta particolarmente a cuore: le conseguenze della didattica in mano ai Giganti della tecnologia. Nel frattempo, però, vi segnalo un articolo sul tema pubblicato da Internazionale.

L’eroe del giorno è il sindaco di Venezia, Brugnaro, che si sfoga a mezzo stampa “Aprite tutto, siamo stanchi di stare a casa”. Non commento. Potrebbe essere brutto.

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