“Il meglio deve ancora venire, il peggio è sempre puntuale.”
Anonimo
Ricordate gli arcobaleni disegnati dai bimbi e appesi ai balconi e ringhiere durante il primo lockdown? E quella scritta, piena di speranza, “andrà tutto bene“? Alla luce di come stanno andando le cose, molti hanno frettolosamente ritirato gli arcobaleni. Gli altri sono ancora lì, sbiaditi dal sole e dalla pioggia di questi mesi che, di “tutto bene”, ne han visto davvero poco.
Parto dall’ultima, in ordine cronologico. Il direttore europeo dell’OMS Hans Kluge ha dichiarato, testualmente: “Trascorrete le feste natalizie con chi vi è vicino ma se si tratta di un grande raduno, con persone vulnerabili, è meglio rimandare finché non sarà possibile farlo in sicurezza […] Nonostante il freddo, se le restrizioni locali lo consentono, riunisciti con i tuoi cari all’aperto, per un picnic nel parco”.
Ripetete con me, scandendo bene le parole: UN-PICNIC-NEL-PARCO. A Natale.
Cos’altro possiamo aggiungere? Ah, si, le sneakers della Lidl…
Sarà l’arrivo dell’inverno, le giornate che si accorciano, le temperature che scendono. Ma l’ultimo hype che ha visto le sneakers della Lidl, da 12,99€, diventare oggetto di culto con inserzioni eBay con cifre a 2 o anche 3 (tre!) zeri è davvero incredibile.
Sembra un fenomeno ai limiti dell’incredibile vedere delle sneakers, con tanto di calzino, brandizzate Lidl andare letteralmente a ruba! Peraltro, al di là del dubbio gusto nell’indossare delle scarpe così “particolari”, è qualcosa di difficilmente spiegabile. O forse no, come ci racconta Lidia Passarelli, direttore creativo di Web Social Agency, nel post “Sneakers Lidl: un successo che parla di marketing“, che vi consiglio di leggere per capire come nascono e si sviluppano fenomeni di questo tipo.
Arriviamo così allo Zoom bombing, fenomeno di cui abbiamo iniziato a sentir parlare solo da qualche mese. E qualcuno ne ha pure subito le conseguenze. In poche parole, gruppi più o meno organizzati di teppistelli e spammers digitali accedono alle videoconferenze pubbliche e invadono le bacheche e le chat di commenti osceni, offese, insulti o messaggi pubblicitari. Come moderni vandali, rovesciano quintali di spazzatura digitale sul tavolo virtuale di lavoro, rendendo impossibile –o semplicemente imbarazzante– il proseguo della conferenza.
Da qualche giorno la piattaforma Zoom ha comunicato di aver adottato nuove contromisure a questo spiacevole fenomeno ma spesso la causa di questi attacchi risiede in un errato utilizzo delle piattaforme (tutte quelle che consentono interventi pubblici ne sono, in qualche modo, soggette) o nell’ingenuità di credere che nessuno vi entrerà a disturbare. Del resto, esclusi gli spammers che utilizzano questo attacco con finalità economiche, quale può essere la soddisfazione nel compiere azioni del genere? Forse la stessa che si prova a vandalizzare gli spazi reali, pubblici e privati, delle nostre città.
Concludo con una anticipazione sulla prossima puntata, dove parlerò nuovamente di DaD –Didattica A Distanza– (un adolescente su tre ha avuto problemi, come dichiarato dalla Unicef qualche giorno fa) e di come una iniziativa apparentemente benefica da parte di alcune compagnie telefoniche nasconda, in realtà, un pericolo ancora più grande.
In copertina: la foto di una delle tante assurdità di questo periodo: per qualche motivo alcune merci si possono vendere. Altre no.