“Tutta la Toscana, e Firenze in maniera speciale, è la parte dell’Italia dove
la pietra ha più valore. Firenze è una città di pietra.
L’architettura ha la magia di uno strumento ottico di precisione.”
Guido Piovene
Non oso immaginare come deve essere stata Firenze, il centro storico di Firenze, durante il lockdown. Ma ieri, un normale martedì di metà ottobre, sono rimasto davvero impressionato dalle poche persone in giro nel centro di Firenze. In quelle zone, come Santa Maria Novella, Piazza Duomo o Piazza della Signoria, sempre gremite di turisti a qualsiasi ora.
Scendendo dal bus, il mezzo più “veloce” per raggiungere il capoluogo toscano da Siena, mi ha colpito l’innaturale silenzio di una città dinamica e caotica come Firenze. Dove, prima della pandemia, turisti di ogni etnia affollavano qualsiasi spazio disponibile, talvolta rendendo difficoltoso anche camminare.
“Adesso qualcuno sta tornando“- mi ha confidato il cameriere con cui ho condiviso queste mie sensazioni- “Durante il lockdown, per le strade non c’era nessuno! Siamo ben lontani dai livelli di prima, sia chiaro, e dicono che prima del 2022 sarà difficile un ritorno alla normalità“.
Abitando a Siena, che comunque ha risentito della crisi dovuta al CoVID ma -dicono- in misura minore rispetto a Firenze, provavo quasi fastidio nel dover andare nella grande città per lavoro o commissioni. La ressa, il caos, lo smog mi hanno sempre infastidito. Ed è stato piacevole, lo ammetto, passeggiare tranquillamente lungo Via Calimala senza fare lo slalom tra chiassosi gruppi di gitanti con la reflex a tracolla. Entrare nei negozi senza ressa e poter, addirittura, vedere da vicino le sculture bronzee nella Loggia dei Lanzi.
Anche la qualità dell’aria mi sembrava nettamente migliore del solito, che certamente non farà male a chi vi abita (i dati delle centraline del progetto CheAriaTira sembrano confermarlo).
Per contro, è evidente il problema economico causato dal quasi azzeramento dei turisti in una città che, soprattutto nella sua zona centrale, ha puntato quasi esclusivamente sul turismo. In particolare quello straniero, dal portafoglio gonfio, perché Firenze –come Siena e in generale tutta la Toscana delle città d’arte– non è mai stata una città particolarmente economica (la bellezza si paga).
Forse, come peraltro già scritto in altre pagine di questo diario virtuale, potrà essere una fase di riequilibrio delle nostre città. Veder tornare cittadini ad abitare tra le mura, negozietti di vicinato aprire al posto delle botteghe di cianfrusaglie per turisti. Che alla fine, detta in tutta sincerità, potrebbe anche aumentarne il fascino.
P.S. Compatibilmente con la situazione, è questo il momento buono per gustarsi in tutta tranquillità le nostre belle città d’arte. Approfittiamone!