10 motivi sul perché la privacy è importante

“La privacy non è qualcosa di separato dal rispetto e dalla dignità umana.”
Tim Cook

La privacy è importante, oggi più che mai. Nella società interconnessa in cui viviamo, con confini sempre più labili tra l’online e la vita reale (ad Oxford, un gruppo di studiosi capeggiati dal Prof. Floridi, hanno coniato il termine onlife per descrivere la stretta relazione tra vita reale e virtuale di questi tempi).

Prendo quindi ispirazione da un testo del Professor Daniel J. Solove, pubblicato originariamente sul sito TeachPrivacy, per offrirvi 10 ottime ragioni per cui la nostra privacy è importante:

1. Limitare il potere

La privacy è un limite al potere del Governo e alle aziende del settore privato. Più qualcuno sa di noi, più potere può avere su di noi. I dati personali vengono utilizzati per prendere decisioni molto importanti nella nostra vita. I dati personali possono essere usati per influenzare la nostra reputazione e possono essere usati per influenzare le nostre decisioni e plasmare il nostro comportamento. Possono essere usati come strumento per esercitare un controllo su di noi. Meglio evitare che possano finire nelle mani sbagliate.

2. Rispetto per gli individui

La privacy significa anche rispetto degli individui. Se una persona desidera mantenere qualcosa di privato, è irrispettoso ignorare i desideri di quella persona senza una ragione convincente per farlo. Talvolta il desiderio di riservatezza può entrare in conflitto con altri interessi pubblici, per cui non sempre può essere garantito questo diritto. Ma talvolta il desiderio di riservatezza delle persone viene semplicemente ignorato per l’idea che il “danno” che ne deriva è insignificante: anche se il danno non fosse grave, dimostra una mancanza di rispetto per quella persona. In un certo senso, sarebbe come dire che “Mi preoccupo dei miei interessi, ma non mi preoccupo dei tuoi“.

3. Gestione della reputazione

La privacy consente alle persone di gestire la propria reputazione. Il modo in cui siamo giudicati dagli altri influenza le nostre opportunità, le amicizie e il benessere generale. Anche se non possiamo avere il controllo completo sulla nostra reputazione, dobbiamo avere una certa capacità di proteggerla da un danno ingiusto. La protezione della reputazione dipende non solo dalle falsità, ma anche da certe verità. Conoscere i dettagli privati della vita delle persone non porta necessariamente a un giudizio più accurato sulle persone. Le persone giudicano male, giudicano in fretta, giudicano fuori contesto, giudicano senza sentire tutta la storia, e giudicano con ipocrisia. La privacy aiuta le persone a proteggersi da questi giudizi parziali e fastidiosi.

4. Mantenere i confini sociali appropriati

Le persone stabiliscono dei confini con gli altri nella società. Questi confini sono sia fisici che informativi. Abbiamo bisogno di luoghi di solitudine in cui ritirarci, luoghi dove siamo liberi dallo sguardo degli altri per rilassarci e sentirci a nostro agio. Stabiliamo anche confini informativi, e ognuna delle relazioni che abbiamo impone confini diversi. La privacy aiuta le persone a gestire questi confini, il cui superamento può creare situazioni sociali imbarazzanti e danneggiare le nostre relazioni. La privacy è anche utile per ridurre gli attriti che incontriamo nella vita: la maggior parte delle persone non vuole che tutti sappiano tutto di loro – da qui la frase “non sono affari vostri” – e a volte non è neppure opportuno sapere tutto delle altre persone.

5. Questione di fiducia

Nelle relazioni, siano esse personali, professionali, politiche o commerciali, dipendiamo dalla fiducia della controparte. Le violazioni della riservatezza sono violazioni di tale fiducia. Nei rapporti professionali, come i nostri rapporti con medici e avvocati, questa fiducia è la chiave per mantenere la franchezza nel rapporto. Allo stesso modo, ci fidiamo delle altre persone con cui interagiamo e delle società con cui facciamo affari. Quando in una relazione la fiducia viene violata, questo potrebbe renderci più riluttanti a fidarci degli altri. La privacy è necessaria anche per evitare queste violazioni non desiderate.

6. Controllo sulla propria vita

I dati personali sono essenziali per molte decisioni prese su di noi, dalla possibilità di ottenere un prestito, una licenza o un lavoro alla nostra reputazione personale e professionale. I dati personali vengono utilizzati per determinare se siamo indagati, se siamo stati perquisiti in aeroporto o se ci è stata negata la possibilità di volare. Se ci pensiamo bene, i nostri dati personali riguardano quasi tutto della nostra vita. Dati che comprendono anche i messaggi e i contenuti che vediamo su Internet. Senza conoscere quali dati vengono utilizzati, come vengono utilizzati, la capacità di correggerli e modificarli, siamo praticamente impotenti nel mondo di oggi. Siamo impotenti senza la possibilità di avere voce in capitolo su come vengono utilizzati i nostri dati o la capacità di obiettare e di far sentire le nostre legittime lamentele quando l’uso di questi dati potrebbe danneggiarci. Uno dei tratti distintivi della libertà è l’avere autonomia e controllo sulle nostre vite: non possiamo averlo se così tante decisioni importanti su di noi vengono prese in segreto senza la nostra consapevolezza o partecipazione. Quindi, limitare l’accesso ai nostri dati personali e utilizzare strumenti per gestirli e mantenerli protetti è un elemento essenziale per la nostra libertà.

7. Libertà di pensiero e di parola

La privacy è la chiave della libertà di pensiero. Un occhio vigile su tutto ciò che leggiamo può limitarci dal voler esplorare idee al di fuori dell’ordinario. La privacy è anche la chiave per proteggere i messaggi impopolari o contro l’establishment. E la privacy non protegge solo le attività marginali: potremmo voler criticare alcune persone ma non voler condividere questa critica con il mondo. Una persona potrebbe anche voler seguire idee che non piacciono alla sua famiglia, ai suoi amici o ai suoi colleghi: la privacy serve a mantenere possibile questo diritto.

8. Libertà di attività sociali e politiche

La privacy aiuta a proteggere la nostra capacità di associarci con altre persone e di impegnarci in attività politiche. Una componente chiave della libertà di associazione politica è la possibilità di farlo con riservatezza, se lo si desidera. Proteggiamo la privacy durante le votazioni perché temiamo che, se non lo facessimo, la gente avrebbe remore a votare secondo la propria coscienza. Anche la privacy delle associazioni e delle attività che portano ad andare alla cabina elettorale è importante, perché è così che ci formiamo e discutiamo delle nostre convinzioni politiche. L’occhio vigile del Governo potrebbe disturbare e influenzare indebitamente queste attività.

9. Capacità di cambiare e avere seconde possibilità

Durante la nostra vita possiamo cambiare idee, valori, pensieri. E’ importante poter avere una seconda possibilità, di poter andare oltre l’errore, di potersi reinventare. La privacy alimenta questa capacità, perché permette alle persone di crescere e maturare senza essere incatenate a tutte le cose stupide che potrebbero aver fatto o detto in passato. Certo, non tutto deve e può essere protetto, ma ciò che non è rilevante per la partecipazione di ognuno di noi nella società dovrebbe esserlo.

10. Non dover spiegare o giustificare se stessi

Per finire, la privacy è importante per non doversi sempre spiegare o giustificare. Possiamo fare molte cose che, se giudicate da altri che non ci conoscono e non sanno chi siamo, possono sembrare strane, imbarazzanti o anche peggio. Può essere un pesante fardello se dobbiamo costantemente chiederci come tutto ciò che facciamo sarà percepito dagli altri e come dobbiamo essere pronti a spiegarlo: la riservatezza ci permette ampi spazi di libertà individuale a cui non dobbiamo rinunciare.

Oggi più che in passato, ogni giorno generiamo e vengono registrate decine di migliaia di nostre informazioni personali (da quando ci svegliamo a quando andiamo a letto, aggiungendo pure i dispositivi e le app che ci monitorano durante il sonno…). Informazioni che vengono spesso memorizzate fuori dal nostro controllo, su sistemi “cloud” di cui ignoriamo la collocazione e i criteri di gestione e di protezione. E di cui non sappiamo per quanto tempo i dati saranno memorizzati né per quali scopi potranno e potrebbero essere analizzati e studiati.

A pensarci, è quasi incredibile che proprio nell’Era in cui la tecnologia ha raggiunto vette inimmaginabili, ci troviamo davanti all’urgenza di porre un freno alla diffusione dei nostri dati personali. Nell’Era in cui abbiamo accesso a enormi quantità di informazione, ci troviamo a dover elevare difese proprio per difendere le nostre informazioni personali, la nostra privacy. Il GDPR ha posto un freno importante, almeno per i cittadini Europei, alla gestione dei nostri dati. Ci ha fornito la possibilità, finalmente, di saperne di più su quali dati vengono raccolti e come vengono utilizzati. Consentendoci, se lo vogliamo, anche di richiederne la rimozione.

Tuttavia la tecnologia è così complessa che anche sapere con esattezza dove sono i nostri dati e da chi sono gestiti è quasi impossibile. Non solo ci troviamo quotidianamente con il rischio che la nostra identità venga rubata, magari attraverso l’utilizzo di dati sottratti illegalmente da qualche banca dati scarsamente protetta, ma noi stessi facciamo un uso spesso inconsapevolmente leggero delle nostre informazioni.

Circondati da tutta questa tecnologia che costantemente ci monitora e ci controlla, difendersi e proteggersi non è facile (la recentissima vicenda sulla socrveglianza, ClearView e il riconoscimento facciale dovrebbe farci preoccupare molto). Su questo blog affrontiamo la questione ormai da molti anni (p.s. tra poco festeggeremo i 20 anni di zerozone.it) e pur avendo a disposizione tutta la tecnologia necessaria, soffriamo di un drammatico e urgente bisogno di consapevolezza e di competenza. Un deficit culturale che ci espone, nudi, davanti ai colossi del web. Multinazionali potentissime e ricchissime che, senza troppi scrupoli, macinano dati attraverso algoritmi di intelligenza artificiale con l’obiettivo di trarne profitto e, talvolta, controllare e plasmare i nostri pensieri.

Anche se non sarà facile, proviamo a rendergli la vita più difficile.

Questo articolo è stato visto 2.474 volte (Oggi 2 visite)

Hai trovato utile questo articolo?

1 comment
  1. Non capisco perché la privacy non interessi a nessuno oggigiorno, tutti accettano di buon grado di regalare i propri dati di qualsiasi tipo e le persone che parlano di controllo sociale sono ancora bollate come complottiste nonostante questa realtà sia ormai sotto gli occhi di tutti. È davvero così quindi? Non c’è speranza per salvare e proteggere la privacy, un diritto costituzionale per cui altri prima di noi hanno lottato e in alcuni casi hanno dato la vita? Dobbiamo rassegnarci a vivere in un carcere a cielo aperto, così come è diventato il mondo ultimamente? Dove finisce la libertà di chi ci controlla e dove inizia la nostra? Esiste la libertà oppure è morta da tempo? Non so rispondere a queste domande ma non mi piace il mondo in cui viviamo, non mi fa sentire bene

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.