35 milioni di ferro e cemento marciscono in Val d’Arbia

Pur conoscendo le vicende legali che hanno costretto a interrompere i lavori alla bretella Monteroni d’Arbia – Monsindoli -opera strategia e necessaria ad alleggerire il traffico sulla SR2 “Cassia”– passare dalla Val d’Arbia e vedere quelle colonne di cemento abbandonate a svettare nel cielo, con le “crete senesi” sullo sfondo, è uno spettacolo deprimente.

35 milioni di € di soldi pubblici sono lì, a marcire al sole. I grigi pilastri dalle forme squadrate e regolari inquinano il paesaggio, aggiungendosi alla torre dell’IDIT, ecomostro in cemento abbandonato sin dagli anni ’60. La Val d’Arbia, che separa la zona delle più blasonate Crete Senesi dalla Val di Merse, declinando verso Montalcino e il suo Brunello, con la vicina Val d’Orcia, ha subito negli ultimi 30 anni uno sviluppo urbanistico e immobiliare fortissimo, con l’espansione dei piccoli insediamenti medievali, come Monteroni d’Arbia, Lucignano o la Grancia di Cuna, sorti lungo la Via Francigena. È diventata la periferia sud di Siena, dove moltissimi cittadini si sono trasferiti ad abitare per sfuggire all’esplosione del costo degli immobili in città. Le infrastrutture, però, non sono state potenziate a dovere e così ogni mattina centinaia di pendolari si ritrovano in lunghe e snervanti code per la Cassia.

Per ovviare al problema le Amministrazioni, oltre a vaneggiare su improbabili progetti di “metropolitane di superficie” e “cittadelle dello sport”, si sono attivate per provare ad adeguare le infrastrutture viarie ai nuovi numeri del traffico, tra cui la Provincia di Siena che, di concerto con la Regione e il CIPE, nel 2009 ha avviato il progetto di realizzazione della bretella tra Monteroni d’Arbia e la E78 Siena-Grosseto in corrispondenza della loc. Monsindoli. Si parla di un investimento totale di 35 milioni di €, sostenuti da Regione Toscana (25 milioni di euro), fondi Cipe (9 milioni di euro) e risorse proprie della Provincia di Siena (circa 1 milione di euro).

L’opera, presente nel catalogo delle “risorse incompiute” della Regione Toscana, è stata realizzata per il 16,52% e sono stimati ulteriori € 10.000.000,00 per l’ultimazione, sempre ovviamente che quanto realizzato, interrotto bruscamente a causa di gravi inadempienze della ditta in appalto e della conseguente risoluzione del contratto da parte dell’amministrazione provinciale di Siena, sia stato fatto a regola d’arte.

L’opera è ancora lì e per quanto pure il Presidentissimo della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel marzo 2014 abbia detto che “Mi è stato garantito l’impegno a riaprire i cantieri entro il 2015. Quest’opera va terminata“, i pilastri sono ancora lì, a marcire sotto il sole di Toscana.

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