Ci stimate, lo so. Lo lasciate trapelare continuamente, con le vostre occhiate compiaciute, con i sorrisi, le carezze rubate. Con i vostri figli che appena lo vedono esclamano festosi “guarda che bello !”. Con le vostre domande, con i racconti del vostro passato. E poi il senso di comunità che ci accomuna, sempre pronti a scambiarci esperienze, raccontarci aneddoti, prodigarci in consigli.
Per avere un cane, oggi in Italia, ci vuole coraggio
Diceva Mahatma Ghandi che “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. L’Italia, al netto della grande solidarietà, comprensione e talvolta tolleranza di molti dei suoi abitanti, non mi pare un gran Paese.
Le difficoltà di avere un cane, soprattutto di grandi dimensioni, ci sono tutto l’anno. Ma è l’estate quella che ti mette davvero a dura prova, soprattutto quando si tratta di andare al mare. Che sia per un giorno, un mese o una settimana, vivere il mare sulle nostre coste è sempre una avventura.
Poco più di una settimana fa avevo scritto un articolo sulle spiagge per cani nelle coste toscane e già avevo scritto anche dell’accesso dei nostri amici a 4 zampe negli esercizi pubblici. Oggi voglio fare un discorso meno tecnico e più generico su quanto sia difficile aver accolto nella propria casa e nella propria famiglia un amico a 4 zampe.
Le mille inutili difficoltà
Perché al di là della bella retorica dei nostri politici e delle campagne contro l’abbandono, possedere un cane in Italia è tutt’altro che facile.
Tralasciamo la burocrazia, che alla fine non è più complicata di tutte le altre questioni amministrative che affondano il nostro Paese.
Tralasciamo anche la questione dei farmaci per uso veterinario, che con il medesimo principio attivo di quelli per “umani”, costano il triplo.
Tralasciamo anche le mille discussioni con passanti, vicini, albergatori e negozianti che non vogliono farti entrare con il cane per “motivi igienici” (ovviamente non pretendo di entrare in un alimentari, sia chiaro, ma in un negozio di scarpe non vedo cosa c’è da mangiare…).
Tralasciamo anche le mille normative, divieti, ordinanze che gli zelanti sindaci italici (talvolta sarei pronto a scommettere che non hanno mai visto un cane…) si divertono a pubblicare agli albi pretori dei loro comuni, complicando ancora di più la giungla di normative con le quali si deve combattere.
Tralasciamo poi i cinofobici, che vedono in ogni cane un ricettacolo di batteri, allergeni e schifezze varie. Compreso coloro che vedono anche nel più innocuo labrador un cane feroce che non vede l’ora di addentare cosce e polpacci grassocci.
Tralasciamo quando ci costringete a fare chilometri e chilometri a piedi per raggiungere quel pezzetto di “dog beach” (“spiaggia per cani” suonava male ?), lontano da tutto e da tutti, nel punto più schifoso della vostra costa, magari pretendendo pure che debba tenerlo costantemente al guinzaglio anche mentre facciamo il bagno (e poi le spiagge vietate ai cani sono piene di spazzatura, abbandonata da bipedi incivili).
Tralasciamo poi quei delinquenti che si divertono a seminare bocconcini al veleno per i nostri cani, per i quali andrebbe augurata una morte lenta e dolorosa, come quella che provocano agli animali che ci incappano.
Il cane è utile alla società
Pertanto, quando ci incrociate con il nostro cane regolarmente al guinzaglio, educato, dotato di regolari ausili per la “raccolta delle deiezioni“, pensate anche a tutto il resto. Perché la felicità che leggete negli occhi di vostro figlio quando gioca con il mio cane in quei 5 minuti è frutto anche della pazienza e della sopportazione di noi padroni alle mille inutili trappole di questo Paese.
Perché quando in TV mandano un servizio dei cani antidroga che proteggono le nostre frontiere o i cani da guardia che tutelano le nostre case, i cani da salvataggio che salvano vite umane o grattugiate sulla pasta quel buon tartufo scovato dal lagotto del vicino, annuendo soddisfatti e felici, dietro c’è un padrone. Un padrone che deve combattere con queste mille problematiche assurde e scegliere, ogni qualvolta si avvicina l’ora delle vacanze, se lasciare a casa il proprio cane oppure tentare la sorte e sfidare i balzelli.
Perché sarebbe tutto molto più semplice non dover avere costantemente a che fare con l’ignoranza di certe persone e l’idiozia della politica, male italico che pervade tutti i meandri della nostra società.
Ah, e al di là di tutti questi ostacoli, aver accolto un grande e grosso labrador nero nella nostra famiglia è stata una delle cose più belle che mi sia mai capitato.