#coglioneno

In questi giorni stanno circolando dei video virali su una “Campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei lavori creativi”.

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Già, da informatico per passione, prima che di professione, ho iniziato a lavorare a 19 anni con un contratto Co.Co.Co, per poi conquistare, dopo 5 anni, un contratto a tempo indeterminato che poi ho abbandonato per entrare nella taaanto desiderata “Pubblica Amministrazione“: l’Università degli Studi di Siena.

Nella mia vita professionale, però, mi è capitato anche di sentirmi dire “sei giovane, devi fare la gavetta…” e non c’è frase migliore, purtroppo, per descrivere come funziona l’Italia, e soprattutto il cosidetto “posto nel pubblico“.

La “gavetta” è la conseguenza di un modo di concepire il lavoro sulla base dell’età e non della formazione: non importa che titoli hai, quanto hai studiato, che esperienze hai fatto. Se sei giovane (per giovane si intende sotto i 40 anni…) “devi fare la gavetta” e zitto.

Se posso permettermi, è offensivo lo stesso meccanismo degli “scatti di anzianità“, che non premiano affatto la bravura, la capacità, l’intraprendenza ma valutano solamente “il tempo che ho appoggiato il mio sedere sulla sedia dell’ufficio“.

Premetto che all’Università le cosiddette “progressioni orizzontali” (detti “scatti di anzianità”, ogni 5 anni), sono bloccate da anni e che, dopo 8 anni (assunto nel 2006), mi trovo ancora al medesimo livello C1 di quando sono stato assunto, senza alcuna prospettiva di “carriera”.

Però, che bello !, mi viene data taaanta visibilità: sono Responsabile della Telefonia, con lo stesso stipendio di prima, perché “sarò chiaro, per questo progetto non c’è budget”.

Sia chiaro, sono felice del mio incarico, molto più stimolante ed interessante di quanto facevo prima, e cerco sempre di dare il meglio.  Però… #coglioneno

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