Combattere le fake news? Si può, accendendo il cervello

Mi spaventa leggere che qualcuno ha trovato il sistema, o crede, per combattere le fake news.

Mi spaventa perché non mi piace l’idea che qualcuno, con metodi più o meno chiari, decida cosa è una notizia falsa e cosa non lo sia. Che stabilisca a priori, in qualche modo, i criteri per i quali una certa informazione debba essere classificata come vera o non vera. Mi ricorda tanto il Ministero della Verità del romanzo 1984…

Certo, gran parte dell’Informazione -quella con la “I” maiuscola- oggi funziona così. Il cosiddetto “quinto potere” già decide, attraverso la programmazione editoriale, cosa gli ascoltatori o i lettori devono conoscere e cosa no. Decide, attraverso l’occupazione dello spazio, cosa debba essere considerato più o meno importante.

Gli stessi motori di ricerca, in particolare quelli come Google, anche attraverso la profilazione delle nostre abitudini, decidono cosa farci vedere in prima posizione nei risultati di ricerca e cosa, invece, mandare in fondo oppure ignorare deliberatamente.

Lo stesso feed di Facebook e di molti altri social networks è parametrizzato secondo le informazioni che hanno di noi, e questo contribuisce a manipolare il modo in cui percepiamo il Mondo e la realtà che ci circonda.

Ne sono consapevole. E voi?

L’unica soluzione per combattere questa manipolazione costante e insidiosa del nostro modo di pensare e di valutare la realtà attorno a noi, è accendere lo strumento più importante e potente che Madre Natura ci ha dato: il cervello. E dobbiamo farlo lavorando sugli strumenti che abbiamo a disposizione, oggi più che mai, come l’enorme quantità di conoscenza a cui possiamo accedere.

L’enorme quantità di informazioni di cui siamo quotidianamente inondati credo abbia avuto, in una sorta di meccanismo automatico di difesa, la conseguenza dell’abbassamento della nostra soglia critica. E qui, nel cyberspazio, troviamo veramente di tutto. Dai grandi classici della letteratura e filosofia ai deliri complottisti, negazionisti e suprematisti, passando per tutta una serie di sfumature tra informazione di qualità e la spazzatura. Che spesso vengono diffusi inconsapevolmente, con leggerezza, incuranti delle conseguenze che possa avere un banale gesto come il click su “Condividi“.

Per questo è necessario stimolare la coscienza critica e potenziare gli strumenti cognitivi per imparare a distinguere le notizie fasulle da quelle vere, saper valutare la qualità delle fonti (anche avvalendosi di tecnologie di reviewing, come l’estensione NewsGuard per Firefox, di cui vi ho parlato qualche settimana fa…). Saper anche acquisire le capacità di cercare in rete, su fonti affidabili e autorevoli, conferme o smentite in merito ad una certa affermazione. Ma soprattutto, saper anche accettare che l’Università di Internet non può sostituirsi agli anni di studi specialistici e l’esperienza sul campo dei professionisti.

L’unica cosa che non dobbiamo mai accettare, per nessun motivo, è la limitazione della nostra libertà. Anche di leggere fake news.

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