I risultati della ricerca “Individuals who have basic or above basic overall digital skills by sex (tepsr_sp410)” condotta dall’Eurostat, agenzia statistica dell’Unione Europea, parlano chiaro: parlando di competenze digitali, l’Italia è messa davvero male.
I dati oggetto della ricerca, raccolti nell’arco 2015-2019 per una fascia di età tra i 16 e i 74 anni, si basano su attività relative al software e alla navigazione su Internet in 4 aree specifiche: informazione, comunicazione, capacità di risoluzione dei problemi, software skills.
According to the variety or complexity of activities performed, two levels of skills (“basic” and “above basic”) are computed for each of the four dimensions. Finally, based on the component indicators, an overall digital skills indicator is calculated as a proxy of the digital competences and skills of individuals (“no skills”, “low”, “basic” or “above basic”).
Data description, Individuals who have basic or above basic overall digital skills by sex (tepsr_sp410)
Nello specifico, ecco i tasks delle 4 aree sottoposte all’attenzione dei candidati:
1. Capacità informative
- copiare o spostare files e cartelle;
- salvare files in uno spazio di archiviazione su Internet (Cloud);
- ottenere informazioni da siti web di autorità/servizi pubblici;
- trovare informazioni su beni o servizi;
- ricerca d’informazioni relative alla salute;
2. Capacità comunicative
- spedire/ricevere emails;
- partecipare ai social networks;
- telefonare/videochiamare attraverso Internet;
- caricare un contenuto su uno spazio per la condivisione (file sharing);
3. Capacità di risoluzione dei problemi
- trasferire files tra il computer e altri dispositivi;
- installare software e applicazioni (“App”);
- cambiare le impostazioni di un software, comprese impostazioni del sistema operativo e dei sistemi di sicurezza;
- aver effettuato acquisti online nei precedenti 12 mesi;
- vendere online:
- sfruttare risorse di autoapprendimento online;
- Internet banking;
4. Software skills
- usare un word processor;
- usare un foglio di calcolo;
- usare un software per la modifica di immagini, file audio o video;
- creare una presentazione o un documento che contenga foto, grafici, tabelle o testo;
- usare funzioni avanzate del foglio di calcolo per organizzare e analizzare i dati (ordinare, filtrare, usare le formule e creare grafici);
- scrivere codice in un linguaggio di programmazione;
ed ecco i risultati su base europea:
Direi che siamo messi maluccio, terzultimi davanti a Romania e Bulgaria, paesi dell’Est europeo.
Dati che non sorprendono e che si riflettono anche nelle opportunità economiche e occupazionali che il nostro Paese sta perdendo: le Aziende faticano a reperire, sul mercato del lavoro, personale specializzato anche nel settore ICT. Anche se, a dirla tutta, penso che questo settore soffra di una atavica penalizzazione culturale e, quindi, molte posizioni sono aperte anche perché non offrono retribuzioni adeguate al profilo professionale.
Ci si chiede anche, sempre in considerazione dei dati e delle (scarse) capacità digitali della nostra società, se la scolarizzazione è stata adeguata e ha saputo rispondere alle sfide contemporanee. Forse no, forse sono mancati investimenti, formazione e programmi mirati ad accrescere il capitale culturale digitale dei nostri ragazzi. Ce ne stiamo accorgendo adesso, quando ormai il treno è partito. Una storia già vista fin troppe volte, in questo Paese.