La campagna elettorale è una delle poche occasioni in cui i comitati d’affari, travestiti da partiti politici, danno il meglio (o il peggio) di sé. Ad iniziare dai candidati, con liste infarcite da impresentabili, trombati e “politicanti di lungo corso” da ricollocare, come una efficiente agenzia di collocamento da far invidia ai “Centri per l’Impiego”: sia mai che chi ha fedelmente prestato servizio all’interno del Partito sia costretto a lavorare !
In un paese normale non si avrebbe neppure l’ardire di metterci la faccia, magari dopo decenni di carriera da yesman o, peggio ancora, da vero e proprio responsabile del disastro, ma in Italia -ormai è noto- tali caratteristiche vengono ben evidenziate nei curricola dei pretendenti alle calde e ricche poltrone delle Amministrazioni Pubbliche, in totale sprezzo dell’elettorato.
Elettorato che, ormai anestetizzato dal ventennio Berlusconiano, come in una sindrome di Stoccolma collettiva, inneggia al nuovo “capetto” e lo immola a salvatore della Patria. Se il buon Indro Montanelli fosse ancora vivo, forse si rimangerebbe la frase in cui dice che “Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino“: gli Italiani sembrano essere vaccinoresistenti.
Tra 5 giorni in Toscana si voterà il rinnovo del Consiglio Regionale. Una regione da sempre “rossa” (ormai più “bianco da scudocrociato”) che pur di mantenere il potere ha avuto l’ardire di cambiare la legge elettorale “in corsa”, con l’alto rischio che venga pure definita incostituzionale a causa di un premio di maggioranza abnorme che distorce il principio democratico sancito dalla carta costituzionale. Per non parlare, poi, del “listino bloccato”, l’elenco dei privilegiati nominati direttamente dalle segreterie di partito, tenuti nascosti agli occhi degli elettori ma che avranno la precedenza su tutti gli altri candidati: se non fosse l’atroce realtà, sarebbe poco più di una brutta barzelletta.
Per finire, il colpaccio di genio della data: domenica 31 maggio, con il ponte del 2 giugno, tanto per garantirsi una bella percentuale di vacanzieri astensionisti: i “loro”, quelli che devono fare la “marchetta” al partito per il posto di lavoro, state sicuri che a votare andranno sicuramente.
Agli italiani onesti resta ben poco. Resta appena il diritto di andare a votare, provando a scegliere il migliore (o il meno peggio). Evitando di farsi prendere in giro dalla buffonata del “listino bloccato”, escamotage sfruttata solo dalla Lega Nord e dalla Lega Toscana -Più Toscana, e dalla solita collezione di riciclati impresentabili, ben nascosti dietro alle fresche facce di giovani rampanti. Se non vai a votare, avranno vinto loro.
Non ci resta quindi che sacrificare un giorno di mare per la nostra democrazia, il nostro futuro, la nostra casa: andiamo a votare.
Michele Pinassi
Consigliere comunale capogruppo portavoce MoVimento Siena 5 Stelle