…e il coronavirus arrivò a Sovicille

“La gente spesso parla di crudeltà “bestiale” dell’uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, crudele in maniera così artistica e creativa.”
Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Il primo caso di tampone positivo al CoVID-19 è arrivato, come ampiamente prevedibile, anche a Sovicille. È una donna di mezza età che, alla fine di febbraio, aveva presenziato a un evento sportivo a Chianciano Terme, dove c’era anche un partecipante –poi risultato positivo al virus– proveniente dal nord Italia.

La notizia è stata data ufficialmente dall’Amministrazione Comunale di Sovicille, in data domenica 8 marzo, anche attraverso la sua Pagina Facebook.

La comunicazione ufficiale sulla pagina Facebook del Comune di Sovicille

Al resto hanno pensato la paura, l’ignoranza e la malafede di alcuni cittadini che, almeno come si evince dal successivo comunicato ufficiale dell’Amministrazione e dalla testimonianza arrivata qualche giorno fa, hanno cercato di risalire all’identità tempestando il Comune di richieste.

Il secondo comunicato ufficiale dell’Amministrazione comunale di Sovicille

Se posso capire la legittima preoccupazione, dall’altra non posso proprio accettare la morbosa volontà di soddisfare la propria curiosità per il gusto di mettere all’indice la malcapitata.

Malcapitata che ha fatto circolare, qualche giorno dopo, un bel messaggio di denuncia nelle varie chat che, rimbalzando di smartphone in smartphone, è arrivato anche sul mio.

Nel messaggio, la signora racconta le varie peripezie che ha dovuto affrontare quando –il Paese è piccolo, la gente mormora– la sua identità è diventata nota e si sono trovati coinvolti anche alcuni suoi familiari, con tanto di telefonate alle autorità e controlli per verificare che fosse nel proprio domicilio.

Una brutta storia, amplificata probabilmente anche dal cattivo uso degli strumenti di comunicazione che stanno rendendo molti cittadini sospettosi e guardinghi, in una specie di (immotivata) caccia all’untore.

È forse uno degli aspetti che mi preoccupa maggiormente, perché la prevenzione sarà maggiormente efficace se accettiamo il fatto che molti di noi saranno contagiati. Non deve essere uno stigma ma, anzi, stimolare il senso di responsabilità e solidarietà nei confronti della comunità in cui si vive.

Per il momento in Provincia di Siena, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, sono stati riscontrati 41 contagi.

Come dice la signora nel vocale diffuso, “è una ruota che gira“…

Questo articolo è stato visto 109 volte (Oggi 1 visite)

Hai trovato utile questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.