E così partì l’incubo del ricatto salariale su scala aziendale.
Il caso Electrolux, grande gruppo industriale svedese di elettrodomestici, rischia di essere solamente uno dei primi a bussare per svegliarci dal sogno dell’italietta felice per riportarci, tragicamente, nella realtà odierna.
Del resto, dalla potenza industriale che eravamo, siamo tragicamente scivolati, in pochi decenni, ai livelli dell’est Europa. Ed anche le aziende, per rimanere, chiedono di adeguarsi.
Mercato fermo, potere d’acquisto basso, tassazione alle stelle e burocrazia soffocante. Che si può volere di più ?
L’Italia è bloccata, in stallo, da almeno 5 anni. E tutto questo ha un costo, e che non mi vengano a dire che “è la crisi“.
Questo è lo scotto di aver eletto una classe politica palesemente incapace, inadatta, avida di soldi e potere. Come un moloch, hanno distrutto l’Italia ed ora vorrebbero fare la parte dei salvatori, tra manovre finanziare, decreti legge e spending review.
Siamo un paese con il costo della vita pari alla Germania, se non di più, ma con i redditi più bassi d’Europa.
Può funzionare ? No, non può.
E così le prime ad adeguarsi sono proprio le grandi aziende, che prima con il precariato, contratti CO.CO.CO, CO.CO.PRO, apprendistato, libero professionista etc etc etc hanno reso la generazione dei giovani dei perfetti “schiavi moderni”. Ma oggi non basta più: troppo alta la pressione fiscale e troppo basse le vendite. E così si deve scegliere: tagliare o lasciare ?
La Grecia non è poi così lontana come vogliamo credere…
2 comments
Non è la prima realtà di questo tipo, è solamente troppo grossa da tenere nascosta.
Gianni Bonilauri liked this on Facebook.