“L’idea di istruzione è stata così legata alle scuole, alle università, ai professori, che molti presumono non ci sia altro modo per istruirsi, ma l’istruzione è disponibile a chiunque abbia a portata di mano una biblioteca, un ufficio postale, o anche un’edicola.”
Louis L’Amour
Google alla conquista del mondo dell’Istruzione superiore? Le nostre Università, e tutta l’infrastruttura dell’istruzione superiore, saranno presto “rottamate” dai corsi semestrali messi a disposizione dalle piattaforme tecnologiche sviluppate da Big G?
Google ha appena lanciato la sua piattaforma di Professional Career Certificates dove, per una tariffa che si aggira intorno ai 300$, sarà possibile seguire corsi professionali che –dice David Leibowitz nel suo articolo “You Don’t Need College Anymore, Says Google”– potranno essere equiparati a una Laurea.
Kent Walker, vicepresidente senior di Google per gli affari interni, ha annunciato che “in our own hiring, we will now treat these new career certificates as the equivalent of a four-year degree for related roles“. Posti di lavoro che serviranno agli USA per superare la crisi economica, dice.
Sicuramente la fortissima spinta innovativa degli ultimi hanno, e la grande crisi globale scatenata dal CoVID, hanno contribuito a ridisegnare i bisogni di tutta la filiera produttiva. Anche in Italia, secondo alcuni studi, il mondo del lavoro –per quanto diverso da quello USA– sembra soffrire della mancanza di competenze specifiche. Non è un caso, probabilmente, che nel nostro Paese il numero dei laureati è inferiore a quello degli altri paesi europei, davanti solo alla Romania. Che sia dovuto al fatto che, come rivelano alcune ricerche, in Italia non sempre la laurea significa accesso a redditi migliori?
La sfida degli ultimi mesi, che ha improvvisamente costretto il mondo scolastico ad avventurarsi –obtorto collo– in terreni poco esplorati come la teledidattica, con risultati non sempre eccezionali. Anche se da anni esistono le Università Telematiche, il cui titolo di studio è equiparato agli Atenei tradizionali, la didattica a distanza non ha mai avuto una capillare diffusione come in questi ultimi mesi, più per necessità che per altro. Ma ha comunque dimostrato come sia possibile sfruttare lo strumento digitale anche per disseminare cultura e conoscenza. Google ne sta semplicemente approfittando, attingendo a pieno al suo enorme know-how in ambito tecnologico e potendo beneficiare di imponenti risorse economiche. Senza dimenticare che Google già da anni, attraverso servizi come Scholar, Classroom e tutto il resto della galassia Educational (e non solo), sta raccogliendo dati ed esperienze d’uso di studenti e insegnanti.
Anche il futuro della scuola e dell’istruzione rischia di non essere più lo stesso, nel bene nel male.
Staremo a vedere cosa succederà.