“Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.”
Karl Kraus
Incuriosito, sono andato alla presentazione dell’iniziativa GoogleGrandTour a Siena, una delle 4 città italiane scelte (insieme a Venezia, Roma e Palermo) per la discesa in Italia del grande ‘G’ sul nostro patrimonio culturale.
Dopo le solite chiacchiere su quanto è bella Siena, unico il suo patrimonio culturale e nei suoi 4 luoghi UNESCO nella sua Provincia (Siena, San Gimignano, Pienza e la Val d’Orcia), i ringraziamenti dell’Assessora al Turismo del Comune di Siena, Sonia Pallai, del Presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi e della Presidente del Consorzio Tutela del Palio, Laura Bonelli, Google ha in qualche modo scoperto le carte: abbiamo scoperto che il turista vuole sapere di più sul patrimonio culturale italiano. E noi (loro) vogliamo offrirglielo. Perché si stimano almeno “100.000 posti di lavoro se il patrimonio culturale italiano fosse on-line“, pari pari -coincidenza ?- ai giovani inoccupati che hanno partecipato al progetto “Crescere in Digitale” realizzato da tutta una serie di istituzioni in collaborazione proprio con Google. E che punta proprio ad aumentare le competenze digitali di giovani ed imprenditori.
Che sotto il profilo informatico l’Italia sia drammaticamente indietro, complice un pesantissimo digital divide dettato da politiche sbagliate e fondi insufficienti, non è una novità. E così, anche nel mercato mondiale del settore turistico, abbiamo lasciato il nostro Paese allo sbando, tra iniziative ridicole (ricordate ancora la storia del costosissimo, quanto inutile, portale Italia.it ?), campanilismi, incapacità manageriali e progettuali, soldi sprecati in mille rivoli e progetti dall’impatto (promozionale) irrilevante.
La mia impressione, da profano del settore turistico ma da attento viaggiatore, è che puntiamo ancora troppo -solo- sulla carta. Tutti i luoghi turistici sono sommersi da centinaia di brochure, volantini, bigliettini che nessuno leggerà mai. Che ormai, nel 2017, hanno un impatto irrilevante perché per poter essere fruiti -e fruibili- devono essere fisicamente notati, afferrati, letti e compresi. Troppo complicato per un mondo che vola velocissimo, dove ormai tutto corre alla velocità del click in Rete.
A questo si affianca un microcosmo di siti web turistici imbarazzanti. Ci sono eccezioni, certo, ma gran parte dei siti web delle strutture turistiche sono confusi, non mobile-friendly, graficamente orribili (anche se la situazione sta, fortunatamente, migliorando) e talvolta solo in italiano. Insomma, turisticamente parlando, l’Italia si è addormentati sugli allori fiduciosa che tanto è bella, c’è il mare, le montagne e taaaaanta cultura.
Ed ecco che arriva big-G, con la sua tecnologia, i suoi soldi e la sua capacità di vedere lontano (molto più dei nostri Amministratori), “regala alla città” (testuali parole sentite questa mattina) uno straordinario strumento promozionale. E Google è felicissimo di farlo, sia chiaro: ha avuto modo di effettuare straordinarie riprese della nostra carriera, della vita di contrada e della nostra città come nessun altro mai. Ed ora le mostrerà ai cittadini, in questo caldo weekend di Luglio (8 e 9), in una installazione multimediale in Via di Città 99. In anteprima, stamani, ho avuto modo di provare alcuni interessanti tecnologie, come l’Earth VR: viaggiare in tutto il pianeta, indossando un paio di glass HTC e due controller per muoversi, sfruttando sia le foto satellitari (Google Earth) che le immagini di Google Streetview. Simpatico anche il Tilt Brush, per dipingere in 3D all’interno di un mondo virtuale (ovviamente focalizzato, per l’occasione, su Piazza del Campo).
Insomma, tecnologicamente interessante. E anche sotto il profilo promozionale, vedere Siena e le sue eccellenze culturali ed artistiche sul portale di Google è sicuramente un plus interessante. Ma, pensandoci bene, questo non rappresenta –in un certo senso– il fallimento della città (e di tutti i suoi ammenicoli pseudo-turistico-promozionali attivati negli anni…) nella sua capacità, dopo aver costruito tutto quello di cui oggi viviamo (la Banca, l’Ospedale, l’Università e la città tutta…), di adattarsi al mondo contemporaneo e di saperlo sfruttare per sopravvivere ? Abbiamo così disperato bisogno di babbo-G per far conoscere Siena a milioni di potenziali turisti che, dopo una fugace sosta di qualche ora, un gelato in Piazza del Campo, un selfie davanti al Duomo e poco più, abbandonando la nostra città ? O che magari affollano la conchiglia nei 10 giorni del Palio, dopo aver visto qualche video su Youtube (autorizzato dal CTP , ovvio) e convinti di aver capito tutto ?
Insomma, Google ha fatto uno straordinario lavoro. E’ innegabile. Belle immagini, belle riprese, montaggio eccellente. Ma Siena è pronta per questo ? Siena è pronta per salire sul grande palcoscenico oppure rischia solo di fare la figura dell’attore bellissimo ma artisticamente insipido ? Solo io vedo una città sempre più svuotata di senesi e sempre più una Sienaland ad uso e consumo del turista ?
Google ci ha dato una opportunità ed una grande, grandissima, lezione: Siena ha grandi potenzialità. Ma evidentemente non ha le persone, l’amministrazione, le istituzioni adeguate per saperle sfruttare.