TL;DR Un avviso pubblico di selezione per un esperto a supporto del Responsabile della Transizione Digitale del Ministero dell’Università e della Ricerca solleva, ancora una volta, il problema delle retribuzioni ridicole che la Pubblica Amministrazione (e qui parliamo di un Ministero) riconosce a figure di elevata professionalità.
Se non avessi trovato l’avviso originale, il n. 453 del 16.05.2023, non avrei mai creduto a quanto, in queste ore, sta rimbalzando su diversi profili Twitter: il MIUR ha emanato un
AVVISO PUBBLICO PER LA SELEZIONE, AI SENSI DELL’ART. 7, COMMA 6, DEL D.LGS. 30 MARZO 2001, N. 165, DI N. 1 (UNO) ESPERTO A SUPPORTO DEL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE DIGITALE DEL MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
che, precisano, è un profilo professionale da “Esperto nella pianificazione e nell’esecuzione degli interventi di trasformazione digitale.“, “in possesso di alta specializzazione con comprovata esperienza nel coordinamento e nell’attuazione di progetti complessi di trasformazione digitale, nella gestione di iniziative volte a garantire lo sviluppo delle competenze digitali, nella realizzazione di interventi analisi e reingegnerizzazione dei processi e di implementazione ed evoluzione dei sistemi informativi a supporto.“
proseguendo con i requisiti minimi di ammissione alla selezione, compresa ovviamente la Laurea magistrale STEM, consolidata esperienza in questo ambito, esperienze di direzione e via dicendo.
Certo, parliamo di un Esperto che andrà a supportare il Responsabile della Transizione DIgitale del Ministero e il “Director”, un ulteriore esperto individuato dal MUR. Un ruolo importante e sicuramente ambito, che richiede sia esperienza che competenze ben specifiche, non così frequenti nel mercato del lavoro italiano. Competenze che tutti i Politici, di destra e di sinistra, non esitano a definire come “preziose” quando si trovano un microfono o una telecamera sotto il naso, sottolineando come ve ne sia un gran bisogno nella PA nazionale.
Per poi…
Beh, poi si arriva alla retribuzione prevista. Ho già spoilerato nel titolo dell’articolo quale è ma penso che meriti di essere ulteriormente stigmatizzata: 15.000€ lordi per 12 mesi.
Anche se parliamo di un “contratto di lavoro autonomo a tempo determinato, senza alcun vincolo di subordinazione“, la cifra mi pare decisamente non adeguata alle competenze e al livello di esperienza richiesto. Che, a spanne, direi trattarsi di un 1000€ mensili nette.
Penso non ci sia altro da aggiungere.
3 comments
Mi sai dire l’impegno giornaliero/settimanale/mensile richiesto come supporto ? Stai assumendo che sia un lavoro simil dipendente a tempo pieno (il che sarebbe illegale data la natura di contratto di lavoro autonomo)?
Salve Marco,
come indicato nell’avviso (e come ho riportato io stesso nell’articolo), parliamo di un “contratto di lavoro autonomo a tempo determinato, senza alcun vincolo di subordinazione”.
In ogni caso, fermo restando che parliamo quindi di un ruolo consulenziale, penso sia evidente che sia richiesta una consulenza altamente e fortemente specialistica. Il che rende, a mio modesto parere, il riconoscimento economico del tutto inadeguato. A meno che, ovviamente, l’impegno previsto sia talmente marginale da rendere tale importo più sufficiente. In questo caso, però, credo sia normale farsi altre domande. Non trovi?
Grazie per il feedback. Michele
Ma sopratutto… un vero esperto è abituato a monetizzare adeguatamente il proprio tempo. Quindi, per 15k al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali, ti darà ben poco del suo tempo perchè ha anche altre cose più remunerativamente interessanti da svolgere. Se invece ha tanto tempo a disposizione, probabilmente non è un vero esperto. Quindi in entrambi i casi è una strategia perdente.
Al mio paese, si dice: “come spendi, mangi”.