Il Sindaco Ceccuzzi si è dimesso

Il sindaco si è dimesso” recitano le civette dei quotidiani fuori dalle edicole senesi. Non era mai accaduto prima d’ora di assistere al crollo del Sistema Siena in maniera così evidente.

Certo, è da ingenui credere che le dimissioni siano un evento non previsto. Franco Ceccuzzi è un politico di lungo corso, esperto e furbo. Questa sua mossa è da inserire in un contesto locale e nazionale particolarmente complicato e mutevole, tanto che sono in fase di riassetto moltissimi equilibri di potere.

A Siena, in particolare, sembra essere in corso una guerra tra le due componenti del PD (DS e Margherita) in merito alle nomine in Fondazione MPS. Questa guerra ha visto prima la spaccatura della maggioranza in consiglio comunale durante l’approvazione (non avvenuta) del bilancio consuntivo 2011 e continua con la scelta, del Sindaco Ceccuzzi, di dimettersi per evitare di essere sfiduciato dal consiglio comunale odierno. A quanto pare, infatti, non è stato raggiunto l’accordo in merito alla presunta collocazione di Alfredo Monaci nella Deputazione della Fondazione MPS. A tal proposito, il 19 marzo 2012, su Il Fatto Quotidiano si leggeva:

A quanto suggeriscono oggi i rumors politici, dunque, a prevalere sarebbe stata la linea condivisa dal sindaco Franco Ceccuzzi (Pd, area ex Ds), mentre a finire in minoranza sarebbe stata la posizione del presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci (sempre Pd, ma area ex Margherita) il cui fratello, Alfredo Monaci, era dato alla vigilia come probabile candidato al Cda.

Certo che la puntata di Report sul Monte dei Paschi (ribattezzato “dei Fiaschi”) non ha aiutato, anche se la stessa sembra essere stata servita da una certa ala politica interessata più alla vendetta personale che alla città di Siena.

Le pedine erano troppe e sicuramente Siena sta attraversando un momento politicamente ed economicamente difficile. La campagna elettorale era già iniziata da qualche giorno, anche se sotto tono. Gli ingranaggi dei Partiti si sono già messi in moto per cercare di conquistare l’elettore senese, anche davanti all’amaro boccone di vedere la Fondazione non più padrona della Banca più antica del mondo.

A Siena si preannunciano tempi veramente duri.

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