La censura preventiva (del web) che piace tanto alla classe politica nostrana

«La Regione Toscana monitorerà le espressioni fasciste e razziste su stampa e web,
per rilevare violazioni delle leggi Scelba e Mancino»

Enrico Rossi, Presidente Regione Toscana

Quanto piace censurare ! Soprattutto oggi che sul web circola davvero di tutto, dalle fake news alle invettive pesanti alla Pres. della Camera, Laura Boldrini , il sogno di ogni politico con in mano un briciolo di potere è quello di poter attuare una censura, preventiva o repressiva, per minimizzare –se non proprio annullare– qualsiasi forma di dissenso.

Ultimo in ordine temporale il Presidente Rossi che, lancia -digitale- in resta, si scaglia contro le espressioni fasciste e razziste sulla stampa e sul webSbagliato il tempismo, sbagliato il soggetto, sbagliato il modo. Se fosse stato l’argomento di un tema libero, di quelli che tanto mi piacevano durante le lunge e noiose giornate scolastiche, lo studente Rossi avrebbe preso un bel 3.

Partiamo dal tempismo: il web nasce nel 1991 ma solo nel 2008 inizia ad esplodere, superando il miliardo e cinquecento milioni di utenti. Ed il web è solo una parte minimale dell’enorme universo di Internet e, forse, anche se commercialmente potrà esserlo, ormai non ne è neanche la più importante. Senza considerare i vari strumenti di anonimato, come TOR o le VPN, sempre più utilizzate per proteggere la propria privacy. Voler apporre filtri governativi alla Rete significa attuare le medesime politiche di Paesi come la Cina, l’Iran, la Turchia o l’Egitto. Nel 2017 parlare di “monitorare“i 3,77 miliardi di utenti in Rete, declinato pure al futuro, è decisamente ridicolo. O decisamente fascista.

Il soggetto: perché proprio il web e la stampa ? Se il nostro Rossi si riferiva ai social, credo stia facendo una bella confusione. I social come Facebook sono dei walled garden, giardini chiusi, che pertanto espongono solo a pochi ciò che vi viene scritto e per poco tempo (in media, 3 minuti): ce la faranno a monitorare i 2,80 miliardi di utenti sui social ? 

Il modo: la Regione Toscana, con tutti i problemi della nostra Regione (e qui passatemi il benaltrismo), quale motivo ha di intraprendere una crociata simile ? Per quale scopo la politica regionale dovrebbe monitorizzare il contenuti sul web ? Quali, poi ? Quelli dei cittadini Toscani ? O, forse, messaggi di questo tipo, che ricordano tanto i proclami del testa pelata durante quel ventennio che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso (un mio amico dice sempre che il fascismo non è nato con Mussolini e non è morto con lui…), servono a prepararsi ad una campagna elettorale dura e senza troppi sconti, sfruttando il manganello governativo –digitale, sia chiaroper mettere a tacere le voci non gradite ?

Ancora una volta i Politici nostrani si coprono di ridicolo parlando di argomenti che non conoscono, con la consueta demagogia che accompagna qualsiasi loro proclama: frasi fatte per conquistare l’applauso dei tanti, troppi, finti antifascisti dal piglio deciso e dal manganello in mano.

#giùlemanidalweb

“La censura è il figlio della paura e madre dell’ignoranza.”
Laurie Halse Anderson

NB: I dati relativi agli utenti in Rete sono stati ricavati da DIGITAL IN 2017: IN ITALIA E NEL MONDO

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