Grande mobilitazione, bipartisan, sul cosiddetto DDL Cirinnà, che “per la prima volta in Italia riconosce diritti e doveri delle coppie omosessuali che vogliono unirsi civilmente e delle coppie eterosessuali e omosessuali che non vogliono sposarsi, ma solo registrare la loro convivenza.”
I dettagli della proposta di legge, in questi giorni al vaglio delle camere, definiscono tutti gli aspetti giuridici ed i relativi diritti e doveri delle coppie, aggiungendo un importante passaggio, definito come stepchild adoption, per la tutela di un eventuale minore figlio di un partner, prevedendo la possibilità di adottarlo per estenderne i diritti di assistenza e di tutela anche all’altro elemento della coppia.
Nella giornata del 23 gennaio in tutta Italia si sono svolte manifestazioni a sostegno dell’iniziativa, promosse dall’Arcigay con l’hashtag #svegliatiitalia “E’ l’ora di essere civili” e contemporaneamente, in altre piazze, le Sentinelle in Piedi, “una resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà“, hanno vegliato silenziosamente leggendo la Bibbia.
Le varie anime del Paese si sono così risvegliate ancora una volta, tra chi difende il valore della “Famiglia Tradizionale” e chi reclama diritti per chi sceglie di non sposarsi. Ma, a pensarci bene, esiste ancora la “Famiglia Tradizionale” ? E di cosa si tratta, esattamente ? Forse quella dove la donna sta a casa a badare alla casa ed ai bambini mentre il marito lavora e porta a casa la pagnotta ? Quanti oggi possono permettersi questo stile di vita, con i miseri stipendi italiani e costi della vita sempre più alti ?
Oppure la famiglia tradizionale è quella composta da un uomo e una donna, condizione necessaria per procreare, e quindi con figli ? Se si, cosa dire di tutte quelle coppie che, per scelta o per fato, non hanno figli ? Eppure in Italia, secondo l’AiBi, è una condizione che affligge 5 milioni e 300 mila coppie sposate !
Biologicamente parlando, un vero disastro. Tanto che l’ISTAT ha lanciato l’allarme di un Paese che invecchia velocemente, con un saldo negativo di 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi) e una dinamica migratoria positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite): se non fosse per gli immigrati, in Italia ci sarebbero 12 milioni di cittadini in meno (ricordando che gran parte degli immigrati è una comoda forza lavoro impiegata nelle industrie e nei campi).
La famiglia tradizionale pertanto assomiglia sempre di più ad un retaggio del secolo scorso, scomparso gradualmente negli anni dalla normale evoluzione della società che ha reclamato diritti come il divorzio, sancito definitivamente in Italia con il referendum del 1974. Anche retaggi arcaici e patriarcali come il “delitto d’onore” furono destinati a scomparire, in Italia, con l’abrogazione definitiva del reato con la legge n. 442 del 1981. Certe pratiche sopravvivono solamente in paesi arretrati e fortemente confessionali, dove il culto ha una vera e propria connotazione legislativa, come in alcuni stati del medio oriente, dell’Asia e dell’Africa.
La famiglia tradizionale, per quanto ci piace ancora sognarla, è definitivamente morta. Asfaltata dalle profonde mutazioni della società contemporanea, dalle nuove esigenze delle persone e da un mondo del lavoro fortemente competitivo, a cui si aggiunge una sempre più forte emancipazione delle donne nella società: non più relegate a semplici “nutrici” o “badanti”, le donne occupano ormai da anni anche ruoli apicali, pur con una maggiore difficoltà rispetto agli uomini.
Anche la famiglia contemporanea, per quanto profondamente mutata negli anni, in Italia non se la cava proprio bene. Sempre l’Istat conferma una tendenza in aumento dei divorzi, che sono passati da 80 per ogni 1000 matrimoni nel 1995 a 182 nel 2011. In aumento anche la promiscuità sessuale, favorita indubbiamente dall’introduzione delle nuove tecnologie e di strumenti di socializzazione come i social network. A questo mix esplosivo aggiungiamoci la difficoltà di trovare un lavoro stabile, la precarietà degli stipendi, l’aumento dell’età per riuscire ad andare a vivere da soli. Il risultato è sempre meno matrimoni e sempre più in là con gli anni. La famiglia diventa quindi un obiettivo soggetto alle regole del mercato del lavoro, non a quelle religiose o tradizionali.
Precarietà ed incertezza sono le due parole chiave dell’era contemporanea. E le relazioni sociali stabili sono perlopiù accordi tra partner che si uniscono per formare una coppia. E capita che uno di questi due partner abbia un figlio, magari da una precedente relazione. Figlio che però non viene riconosciuto dalla legge italiana come membro della coppia ma semplice “appendice” del partner genitore, con tutte le difficoltà che ben potete immaginare. E ovviamente vengono meno anche i diritti di assistenza tra i partner perché non essendo la coppia riconosciuta in alcun modo, il partner -per la legge Italiana- è un semplice estraneo.
Dovrebbe essere chiaro che questo disegno di legge prevede semplicemente una estensione dei diritti, non una sua contrazione. Questo non vieterà alle coppie tradizionaliste e cattoliche di sposarsi, di fare figli e di crescerli come desiderano. Non impedirà alle persone di riunirsi sotto lo stesso tetto e di amarsi come desiderano. Non impedirà alle coppie di fare figli, anche se poi si lasceranno. Non impedirà di portare avanti tutte quelle tradizioni a cui alcuni si aggrappano disperatamente alla ricerca di un porto sicuro in una società tanto liquida e pericolosa come l’attuale. Permetterà però a chi si ama e che vuole stare insieme di poterlo fare, liberamente, avendo diritto all’assistenza reciproca ed alla tutela dell’eventuale minore.
Nulla di sconvolgente, state tranquilli. Nei Paesi dove queste riforme sono state attuate non è successo niente di tragico: per quale motivo dovrebbe accadere in questo strano paese chiamato Italia ?
Nella foto: Sant’Antonio, il “santo delle cose perdute”, raffigurato in una icona nei dintorni del Castello della Chiocciola, Monteriggioni, Siena.