Ieri è stata inviata ed analizzata dall’UE la famosa lettera del Governo Berlusconi, necessaria per cercare di evitare il disastro e provare a dare nuovamente fiducia ai mercati sull’Italia.
Ho letto il testo della lettera, pubblicata oggi sui sti web dei maggiori quotidiani nazionali. Ora ammetto di non essere un esperto economista ma su alcuni punti, tra cui la riforma della Costituzione, mi sembrano decisamente troppo ambiziosi per un governo che stenta a rimanere in piedi (e sarebbe anche l’ora che cadesse, e che diamine !). Mi riferisco a:
“Contestualmente all’entrata in vigore della legge costituzionale recante l’abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l’approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.”
Peccato che anche di Comuni ne abbiamo troppi, con troppi impiegati, e strabordano di personale anche le Regioni. Di mandare in pensione anticipatamente i dipendenti un pò più anziani neanche se ne parla così anche il ricambio generazionale può andare a quel paese. Praticamente gli uffici dei Comuni e delle Regioni saranno delle “case di riposo”: un buon modo per sopperire alla mancanza di assistenza agli anziani !
Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l’Italia intende giungere all’approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.
In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:
a. Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.
b. Due disegni di legge (all’esame del Parlamento) di riforma complessiva dell’organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza.
Sul primo punto, per quanto titubante sulle modalità, potrei anche essere d’accordo visto che abbiamo un Parlamento pullulante di “nonni” che dovrebbero far spazio ai “nipoti”: guardate all’estero, soprattutto ai paesi del nord europa, che vantano politici giovanissimi, attivi e dinamici. Mica quelle mummie di Montecitorio !
Per la seconda tutto dipende da come verranno attuate le riforme federaliste. Del resto è innegabile che l’Italia non è uno stato unitario ma un insieme di gruppi eterogenei che condividono lo stesso ordinamento amministrativo. Inoltre, e questa si che sarebbe una riforma, abolizione delle regioni a statuto speciale (ad iniziare dalla Sicilia).
Comunque, la lettera è un insieme più o meno condivisibile di idee e buoni propositi. Tuttavia, e credo che in tanti la penseranno come me, l’attuazione di anche solo un ottimistico 10% di questi punti è praticamente impossibile, soprattutto per un Governo paralizzato dalle lobby economiche (pensiamo anche solo al punto sulla liberalizzazione dei carbutanti) e da un crescente rigetto da parte di alcune forze politiche della maggioranza.
Tuttavia in questa lettera mancano alcuni punti che ritengo importanti, tra cui:
- abolizione di tutti benefit per i parlamentari, con azzeramento delle auto blu (solamente per i Ministri e Presidente della Repubblica)
- recupero immediato della sanzione da 98miliardi di Euro alle concessionarie delle slot machines
- adeguamento immediato degli emolumenti per le cariche politiche e delle pubbliche amministrazioni alla media europea
- adottare il principio del rimborso totale a seguito di danno erariale per le decisione prese dalla politica (ad esempio, il defunto progetto del Ponte sullo Stretto: chi paga ora ?)
- divieto di cumulo di cariche politiche ed impossibilità, per un politico, di sedere in un qualsivoglia CdA
- …
Ecco, queste sarebbero state alcune delle cose che avrei voluto leggere. E invece nulla, zero, sui costi della politica, sui privilegi della Casta, sulla vergogna delle opere incompiute.
E’ l’ora di farla finita.