Con il consueto ritardo storico che ormai avvolge Siena, anche nella mia città stanno arrivando le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, gentilmente sponsorizzate da Enel e dall’Unione Europea.
Proprio stamani, a ispirazione di questo post, ne ho vista una nuova di pacca (ieri non c’era) proprio in Via Esterna di Fontebranda, che va ad aggiungersi a quelle due già presenti in Piazza Matteotti e che presto (dal comunicato ENEL, in totale dovrebbero essere 33) se ne aggiungeranno altre in varie zone della città.
Però senza veicoli elettrici, queste colonnine sono totalmente inutili. Certo, è condivisibile il ragionamento che l’Amministrazione deve predisporre la città alle nuove tecnologie, supportando -in questo caso- l’acquisto e la diffusione di veicoli elettrici a basso impatto ambientale MA guardando all’elenco delle auto, disponibile anche sullo stesso sito di Enel Energia (“Modelli in vendita”) ed alla panoramica dei prezzi sul sito Green Start, l’entusiasmo iniziale subito scema.
Partiamo da una considerazione tecnica: l’autonomia dei veicoli elettrici si aggira intorno ai 100km ed il tempo di ricarica oscilla dalle 3 alle 6-8 ore. Sono pertanto limitati per lunghi spostamenti, necessitando di continue ricariche e relativi tempi morti (un viaggio di 600 km, ad esempio, comporterebbe minimo 18 ore complessive per le ricariche, più il tempo del viaggio), relegando questi veicoli ad un uso più quotidiano da “utilitaria”. Pertanto la comparazione con le altre utilitarie, anche per quanto riguarda il prezzo, è necessaria: per le elettriche il minimo accettabile sono i circa 8000€ del Renault Tweezy (batterie a parte, essendo a noleggio), un due posti comodo per andare e tornare da lavoro. A Siena se ne vede uno solo in giro.
Se vogliamo stare più comodi, avendo la sensazione di possedere una *vera* auto, dobbiamo salire di prezzo. Tralasciando le ibride (esclusa la Toyota Prius plug-in, comunque un veicolo da oltre 40.000€ e probabilmente non compatibile con le colonnine di ricarica), che comunque hanno un meccanismo di funzionamento sensibilmente differente, per le elettriche pure (cioè che necessitano di ricarica e possono usufruire delle colonnine) il prezzo non scende mai sotto i 20.000€ (in questo caso la prima scelta è la Smart ForTwo electric drive, a poco più di 20.000€). Volendo qualcosa di più blasonato, come la bellissima BMW i8, che comunque è una ibrida (riesce a percorrere solo 35 km solo elettrinca), si deve sborsare oltre 130.000€.
Certo, è innegabile che vi sia un notevole risparmio (si parla di costi intorno ai 2€ per 100 km) ma con tutti i limiti di autonomia che vi sono, i prezzi di questi veicoli sono ancora piuttosto proibitivi per una famiglia normale. Personalmente, infatti, avendo per scelta una sola auto, non posso certo pensare di sostituirla con un veicolo che può percorrere solo 100-150km alla volta: in caso di viaggio, come potrei affrontarlo ?
Sarà il mercato (le nuove tecnologie hanno prezzi più elevati, che tendono successivamente a calare) a stabilire se la mobilità elettrica rappresenta, o meno, una valida alternativa per il futuro: nel presente, purtroppo, anche a fronte della ridotta capacità di acquisto delle famiglie, ho paura che -visti i prezzi- non vi sarà una gran diffusione di veicoli elettrici e che i pochi in giro saranno di coloro che potranno permettersi il “nuovo giocattolino elettrico” con cui vantarsi davanti agli amici.
Concludendo, bene parlare di mobilità elettrica e sostenibile ma non facciamoci troppe illusioni.
Nella foto: colonnina di ricarica e relativi posti auto riservati a Narni (TR)