La politica dei fan o fan della politica ?

A pochissime settimane da un importante referendum costituzionale che, potenzialmente, potrebbe stravolgere l’assetto istituzionale italiano molto più profondamente di quanto immaginiamo, il dibattito politico langue o -peggio ancora- è stato spostato ufficialmente in un plebiscito pro o contro Renzi.

Segno dei tempi, dove il dibattito politico che una volta si svolgeva in TV davanti a milioni di telespettatori, adesso si è spostato sulle piattaforme “social” con tempi e modalità ben diverse. Ad iniziare dall’assenza di un contraddittorio autorevole, spesso diluito tra migliaia di commenti o “mi piace” dei fan. La claque contemporanea che segue i personaggi politici più in evidenza e risponde, prontamente, a tutte le loro sollecitazioni ed esternazioni applaudendo talvolta acriticamente.

La politica 2.0 a tratti è avvilente. Ero convinto che il web avrebbe rivoluzionato la politica in senso totalmente diverso, stimolando gli intelletti e la coscienza critica. Che le masse, gli stakeholders, avrebbero potuto controllare ed interagire direttamente con i loro rappresentati stimolandoli a fare bene, a fare meglio. Invece ci troviamo in un situazione totalmente diversa, fomentata ovviamente dalle testate di informazione mainstream più interessate al gossip che ai contenuti. Ed il popolo italiano, svogliato, stanco, avvilito si comporta come si è sempre comportato nella sua storia: tifando una o l’altra parte, acriticamente, sempre pronto a smarcarsi nel caso le cose andassero male (provate a chiedere in giro se qualcuno ha votato, in passato, Berlusconi: ne troverete veramente pochi, pochissimi !) e sempre sperando che, dimostrando fedeltà, alla fine qualche briciolina dal tavolo potrebbe cadere anche per lui.

Certo, il web ha permesso a migliaia di italiani di avvicinarsi alla Politica ed ai suoi meccanismi (perversi), permettendo la nascita e la crescita del fenomeno politico nato sul web per eccellenza, il MoVimento 5 Stelle. Ma il web, da fertile humus si è velocemente trasformato in terreno di coltura anche per una nuova generazione di elettori più attenti alla forma che ai contenuti, che si sbracciano per un selfie con il personaggio politico di turno, ormai sempre più simili a showman.

La “casta” è salva: il pericolo per i potenti sono cittadini critici ed informati. Ma quando la politica diventa spettacolo, quando i politici diventano showman e quando i cittadini diventano semplicemente fan, tutto rimarrà come prima.

Sarà interessante capire il ruolo dei social media in tutto questo. Lo faremo in una prossima puntata.

 

 

 

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1 comment
  1. Il grande problema e l’analfabetismo funzionale italiano che non dobbiamo sottovalutare. Bisogna parlare alle persone con un linguaggio semplice e soprattutto toccare i loro interessi veri come ad esempio il fatto che il lago del Pertusillo è inquinato da idrocarburi a causa del fracking fatto per estrarre il petrolio. Occorre parlare delle persone del fatto che il loro futuro è in mano a dei delinquenti che fanno politica da anni e che hanno occupato tutti i posti per poter meglio controllare ciao che la massa percepisce. Panem et circense vale ancora oggi ma importante mollare e continuare ad informare. Visita se vuoi la pagina Facebook la tua opinione conta e diventa con me l’amministratore per poter informare e realizzare un cambiamento che parta dal basso.

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