“Qualsiasi relazione discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come me stesso costituisce un delitto, e tante volte un delitto aberrante.”
Papa Francesco
Oggi volevo scrivere un post sul linguaggio sessista, ispirato dal bel video del progetto “Parole d’Amore”, che mostra con crudezza come le parole siano esse stesse violenza, preconcetto, incasellamento in ruoli predefiniti. Un video che arriva a pochi giorni dalla “Guida operativa per l’uso di un linguaggio non sessista negli atti comunali” partorito dalla Giunta del Comune di Siena, dove viene indicato come appellarsi all’assessore nel caso sia una donna (“assessora“) e altre trasformazioni per il rispetto della parità di genere.
In questo si inseriscono alcune discussioni sulle “alternative credibili” nel panorama politico senese. Davanti ad una operazione sia politica che mediatica sul ricompattamento dell’establishment locale per non perdere posizioni di potere ormai consolidate da decenni, supportata da finti scontri e teatrali diatribe ad uso e consumo del popolino non-pensante, sovente torna il refrain delle “alternative credibili”, come se ciò giustificasse l’immobilismo politico di 60 anni di governo monocolore.
La mancanza di “alternativa credibile” è come incasellare la donna in un ruolo predefinito: una condizione che sussiste per default, immobile, persistente. Una gabbia mentale le cui sbarre sono il “pensiero comune” di un popolo. Consuetudini talmente radicate che, come nella migliore spiegazione della dissonanza cognitiva, avvelenano qualsiasi possibile alternativa tacciandola di essere “non credibile“.
Una logica settaria da cui si esce a fatica, come ha dimostrato a livello nazionale lo stesso MoVimento 5 Stelle soprattutto nei primi tempi, soprattutto in contesti provinciali come quello senese.
Così diventa discriminatorio lo stesso linguaggio, farcito di noi e loro, di bianco e nero, di giusto e sbagliato. Incasellare, classificare, vincolare a stretti parametri di appartenenza il genere umano: donna, uomo, straniero, piddino, grillino. Bisogno atavico di irregimentare ciò che, per sua natura come lo è il genere umano, è fluido, dinamico, mutevole.
L’alternativa credibile è come una puttana. La sua credibilità dipende dal punto da cui la stai guardando.