L’era dei droni assassini è ormai realtà?

“Quel Terminator è là fuori. Non si può patteggiare con lui, non si può ragionare con lui. Non sente né pietà, né rimorso, né paura. Niente lo fermerà prima di averti eliminata. Capito? Non si fermerà mai.”
dal film Terminator

Probabilmente avete visto il video che circolava tempo fa su Youtube, rimbalzando su svariati canali social, in merito all’esercito di “droni assassini” (slaugherbots) pronti all’uso, capaci di individuare automaticamente il bersaglio ed eliminarlo, senza remore, tentennamenti, pietà.

Un futuro “distopico” che non è così tanto distante dalle possibilità offerte dalla moderna evoluzione delle tecnologie. Intelligenze artificiali sempre più evolute, capaci di riconoscere volti, tratti somatici, comportamenti e sentimenti sono ormai realtà quotidiana, anche nelle nostre città (ne ho parlato spesso, sul mio blog).

L’utilizzo di queste tecnologie per realizzare armamenti sempre più sofisticati e sempre meno vincolati alle debolezze umane (ricordate il film War Games, del 1983?) non può che preoccupare: già adesso droni tattici militari sorvegliano e colpiscono i bersagli dai cieli, manovrati da piloti a migliaia di km di distanza.

E se questi droni non fossero più vincolati al controllo costante di piloti umani? Se fossero state sviluppate tecnologie capaci di rendere queste armi volanti totalmente autonome, dopo aver ricevuto le istruzioni tattiche della missione?

Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, nel marzo 2020 durante l’operazione Peace Storm in Libia, sono stati usati “sistemi d’arma letali autonomi programmati per attaccare i bersagli senza richiedere la connettività tra l’operatore e l’arma”:

63. On 27 March 2020, the Prime Minister, Faiez Serraj, announced the commencement of Operation PEACE STORM, which moved GNA-AF to the offensive along the coastal littoral. The combination of the Gabya-class frigates and Korkutshort-range airdefence systems provided a capability to place a mobile air defence bubble around GNA-AF ground units, which took HAF air assets out of the military equation. […] Logistics convoys and retreating HAF were subsequently hunted down and remotely engaged by the unmanned combat aerial vehicles or the lethal autonomous weapons systems such as the STM Kargu-2 and other loitering munitions. The lethal autonomous weapons systems were programmed to attack targets without requiring data connectivity between the operator and the munition: in effect, a true “fire, forget and find” capability. The unmanned combat aerial vehicles and the small drone intelligence, surveillance and reconnaissance capability of HAF were neutralized by electronic jamming from the Koral electronic warfare system.

Una veloce ricerca su Internet è stata sufficiente per scoprire che faccia hanno questi droni STM Kargu-2, “The first KARGU-2 kamikaze mini unmanned aerial vehicle (UAV) deliveries were made”:

Personalmente, è una notizia che mi preoccupa moltissimo. Notizia che apre scenari decisamente inquietanti e non importa se certi fatti accadono a migliaia di km dal nostro Paese.

Le attuali tecnologie di AI hanno già dato prova dei loro limiti, con pesanti bias nei confronti di soggetti diversi da quelli caucasici, e credo che non sia opportuno, né oggi né in futuro, affidare a questi algoritmi la gestione delle nostre vite, delle nostre società.

La massiccia raccolta dei dati personali, dalle abitudini quotidiane (sensori e GPS nei dispositivi “smart” che indossiamo) alle preferenze e opinioni (tracker e algoritmi di profilazione sui siti web e social networks), passando per le nostre caratteristiche biometriche (telecamere piazzate ormai ovunque, le foto che pubblichiamo in Rete…), ci rendono potenzialmente tutti estremamente vulnerabili: dati in possesso di grandi multinazionali, non sempre dentro il controllo di Governi democraticamente eletti. A cui si aggiunge una scarsa consapevolezza dei rischi da parte dei cittadini, e di conseguenza spesso anche della classe politica, con normative che spesso arrivano “dopo che i buoi sono scappati“.

Questo ulteriore step nelle tecniche di guerra, con droni autonomi capaci di attaccare un bersaglio senza intervento umano, ci porta davvero un passo più avanti verso la realtà distopica immaginata da James Cameron nel suo Terminator?

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