Anche il Vaticano, Stato governato da una delle principali autorità morali e religiose del mondo, non è immune alle tante consuetudini contradditorie del nostro beneamato Paese. Questo non deve ovviamente sorprenderci, essendo l’Italia da sempre politicamente prona ai dettami non tanto religiosi in sé quanto proprio “clericali”.
Premessa indispensabile per descrivere la mia visita ai bellissimi Musei Vaticani, iniziata con l’acquisto del biglietto attraverso la prenotazione on-line (biglietteriamusei.vatican.va), unico sistema per evitare la chilometrica fila al costo aggiuntivo di 4€ (diritti di penotazione), per un totale di 20€ a testa. Ne vale abbondantemente la pena, è bene precisarlo subito, anche solo per la bellezza degli ambienti e l’unicità delle opere ivi contenute (anche il padiglione egizio ha ben poco da invidiare al più blasonato British Museum, a Londra). Opere e spazi talmente belli da essere apprezzabili anche da un artisticamente ignorante come il sottoscritto, capace giusto di distinguere -forse- un Dalì da un Monet e di riconoscere a malapena la statua di Perseo e Medusa. Tra l’altro, nella pinacoteca, presenti moltissime opere di pittori senesi medievali che mi hanno riempito, lo ammetto, di sano orgoglio campanilista.
Arte a parte (…pure la rima !), il cuore dei Musei Vaticani, il luogo dove milioni di visitatori ogni anno attraversano l’oceano per poter dire di esserci stati, è la Cappella Sistina, con gli affreschi di Michelangelo del Giudizio Universale sulla volta e sulla parete sopra l’altare. Ecco, proprio la Cappella Sistina è stata la parte dei Musei Vaticani ad avermi entusiasmato meno, soprattutto a causa della gestione “pecoreccia” e della chiassosa ressa di visitatori che rendeva impossibile immedesimarsi nel luogo: a differenza di tutti gli altri ambienti, nella Cappella Sistina è vietato fare foto e ci sono 7/8 addetti che continuamente intimano ai visitatori “no foto, no video !“, tra un misto di sorpresa ed ilarità dei turisti stessi che ovviamente ignorano il divieto o cercano stratagemmi di ogni tipo per scattare la propria foto ricordo.
Ma perché vietare di fare foto ? Capisco di vietare il flash, comunque fastidioso, ma nel 2015 qualunque apparecchio multimediale, dal più scassato telefonino alla più costosa reflex, è capace di fare foto. In ogni modo, anche di nascosto, è impossibile impedire di fare foto ! E allora, torno alla domanda iniziale, ha senso tediare continuamente i visitatori ricordando loro che “no foto, no video” ? Quali sono i rischi ? Che il bookshop non venda le cartoline ? E’ un divieto ridicolo, grottesco, insensato, che mal si sposa con il contesto. Inoltre, anche commercialmente parlando (pur comprendendo che la Cappella Sistina non ha certo bisogno di promozione !), massimizzare la presenza di foto in rete non può che alimentare la voglia ed il desidero di visitarla dal vivo (e questo suggerimento vale per ogni luogo in cui sia vietato fare foto per motivi non reali).
Peccato, perché il continuo fastidioso petulare dei sorveglianti rovina definitivamente l’esperienza di trovarsi in uno dei luoghi più belli e famosi al mondo.
Comunque, oltre a questo, la visita worth the price: mettete in conto almeno 4 ore, come minimo, per riuscire a vedere tutti i padiglioni. Ed anche se un po’ nascosto, merita anche quello delle carrozze.
2 comments
allora non ci vado
se e vietato fare foto o video
a me non interessano i musei dove e vietato fare foto o video
anzi per quanto mi riguarda i soldi da parte mia non li avranno
Infatti non ha alcun senso proibire foto e video, nessuno gli sta rubando niente. Io le faccio lo stesso e me ne frego perché non concordo con le cose stupide. Nessuno più usa il flash, quindi scusante caduta subito. In molti luoghi è vietato fare foto purtroppo, perché tanto la gente lo fa ugualmente. Che lo tengano chiuso se non vogliono che la gente lo veda a distanza, tanto non ci andranno lo stesso, se è quello che temono.