“Non c’è Rete sul telefono!”

TL;DR La crisi energetica rischia di avere ripercussioni importanti anche sul servizio di telefonia cellulare, mettendo offline milioni di dispositivi mobili. Stimolato da un articolo di Reuters che fa emergere le preoccupazioni degli operatori di telefonia mobile europei per i prossimi mesi, proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere e perché.

Gli smartphone sono ormai un elemento indispensabile per gran parte delle attività del nostro quotidiano. Dall’attività lavorativa allo svago, passando per i pagamenti, pensare di fare a meno del “telefonino” è impensabile.

Eppure, avverte un articolo su Reuters, in Europa alcuni fornitori del servizio di telefonia cellulare sono preoccupati per i possibili blackout che potrebbero verificarsi, questo inverno, a causa dei tagli alla fornitura di energia elettrica, con conseguenze disastrose.

Andiamo con ordine: come molto probabilmente saprete, la rete cellulare è costituta da una serie di torri radio e ripetitori installati un po’ ovunque nel territorio coperto dal servizio. Si chiama “cellulare” perchè ricorda un po’ la conformazione delle cellule, con un nucleo (la torre radio) e tutto intorno l’area coperta dal servizio. Dialogando anche tra loro, le varie torri radio garantiscono l’operatività sia del servizio di telefonia che trasmissione dati ai nostri “smartphone”. Dovendo comunque garantire il servizio anche in situazioni di emergenza, le torri radio sono spesso dotate di un UPS (uninterruptible power supply) che riesce a garantire, per interruzioni di elettricità non troppo lunghe, il servizio. Si parla di tempi di mantenimento intorno ai 30 minuti, sufficienti a corpire brevi interruzioni di linea, soprattutto nelle zone più rurali.

Cosa accadrebbe, però, nel caso non vi fosse elettricità sufficiente ad alimentare tutte le torri radio cellulari presenti sul territorio europeo, alle prese con una gravissima crisi energetica? Beh, è semplice: non vi sarebbe il servizio e, con lui, tutto ciò che vi è collegato.

In Italia, sempre secondo l’articolo di Reuters, “The Italian telecoms lobby told Reuters it wants the mobile network to be excluded from any power cut or energy saving stoppage and will raise this with Italy’s new government” ma in uno scenario che vede l’Italia importare una discreta fetta della sua energia elettrica è difficile restare tranquilli.

Francamente non credo che arriveremo ad un blackout generalizzato e persistente del servizio, anche se sarebbe opportuno che le autorità e il Governo iniziassero a riflettere su come arginare, o comunque mitigare, l’enorme impatto che avrebbe anche solo una sensibile degradazione del servizio di telefonia e trasmissione dati cellulare, su cui ormai dipende gran parte delle attività del Paese.

Attività, peraltro, che per diversi motivi non sono superabili con dispositivi alternativi (penso agli OTP via SMS, ad esempio) e che rischiano di essere bloccate, con tutte le conseguenze del caso.

Torniamo quindi, a mio modesto parere, alla necessità di elaborare piani di emergenza che sappiano porre rimedio, o comunque offrire alternative, anche per un servizio che spesso e volentieri è considerato garantito, quando anch’esso dipende dalla disponibilità di energia elettrica.

Concludendo, quindi, la questione non è riducibile al non poter guardare la serie preferita su Netflix o chattare con l’amico quanto riuscire a garantire l’accesso ai servizi fiscali e statali (penso all’App IO, ad esempio), di Internet banking, di pagamento, sanitari e di sicurezza, su cui ormai si reggono molte attività. Una crisi energetica che, al di là delle facili battute sarcastiche, rischia di destabilizzare il modo profondo la società contemporanea, con conseguenze difficili da prevedere.

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