OpenRousseau, perché con il codice aperto decidiamo meglio

“L’unica maniera di prendere la decisione giusta è sapere quale sia quella sbagliata.”
Paulo Coelho

Rousseau è la piattaforma informatica realizzata dall’omonima Associazione Rousseaudi cui fa parte il figlio di Gianroberto Casaleggio, Davide– per gestire alcuni processi decisionali del MoVimento 5 Stelle. Ne abbiamo tutti sentito parlare e qualcuno, come il sottoscritto, ha anche avuto modo di utilizzarla più volte.

Rousseau, in passato, ha avuto qualche problemino di sicurezza (ricordate le vicende dell’hacker cattivo, rogue0, e quello buono, Evariste Gal0is?) che si sono risolte nell’attuare alcune patch e pagare la sanzione, neppure troppo pesante, comminata dal Garante della Privacy. Senza però arrivare ad avere il codice della piattaforma rilasciato pubblicamente, così da permetterne lo studio e la verifica dei processi.

Così, come recita il buon adagio sempre attuale, se Maometto non va alla montagna… ed ecco che la Comunità Decidiamo!, contenitore di attivisti e hackers civici, lancia la piattaforma Open Rousseau, basata su Decidim.

Decidim è un software libero per aiutare le comunità a sviluppare processi decisionali democratici attraverso il web. Promossa dalla Municipalità di Barcellona e finanziata anche dalla comunità Europea, Decidim è oggi utilizzato da decine di realtà istituzionali, come ad esempio la piattaforma ParteciPa, del Governo Italiano, oppure il portale per la partecipazione della Regione Puglia.

La data prevista per il lancio della piattaforma Open Rousseau, non casuale, è il 4 ottobre, “compleanno” del MoVimento 5 Stelle (fondato, lo ricordo anche perché io c’ero, il 4 ottobre 2009 a Milano, presso il Teatro Smeraldo). In preparazione dell’evento, Denis “Jaromil” Rojo, hacker e sviluppatore open source, nonché facilitatore della nascente Comunità Decidiamo!, ha inviata una lettera a tutti i deputati del MoVimento 5 Stelle.

“In quanto politici, dovete assicurarvi che il terreno sotto i vostri piedi non ceda: le piattaforme e architetture digitali a cui vi affidate non possono essere scatole chiuse, non possono dettare le vostre decisioni, ma devono facilitarle, non devono celare i processi decisionali, ma devono palesarli”

Denis ‘jaromil’ Rojo nella lettera ai parlamentari M5S

L’Associazione Rousseau, che ogni mese dovrebbe -il condizionale è d’obbligo visto le recenti notizie sulle morositàincassare 300€ da ogni eletto nel M5S di “contributo per le piattaforme tecnologiche“, non pare non pare averla presa molto bene (posso capirlo…), almeno da quanto trapela dalla risposta, a mezzo stampa, dichiarando stizzita che “la finta piattaforma non può sostituire quella vera” e snocciolando una serie di motivazioni, più o meno concrete, sul perché.

Personalmente credo, come ho sempre sostenuto, che una piattaforma capace di plasmare le decisioni della prima forza politica in Parlamento non possa prescindere dalla trasparenza dei processi che la governano. Non mi basta che un notaio certifichi, “come fosse il televoto di ballando con le stelle“, che il risultato della votazione è corretto. Soprattutto quando molte informazioni essenziali per la trasparenza non sono, appunto, trasparenti. Ad esempio, come peraltro dimostrarono ad Agosto, un bug permetteva di votare due volte: anche il quel caso l’Associazione Rousseau non la prese affatto bene, minacciando querela.

Ci tengo a ricordare come, secondo lo Statuto approvato a fine 2017 del MoVimento 5 Stelle (memorizzato sulla piattaforma AWS dall’account “associazionerousseau“), proprio all’art. 1 comma ‘C’ cementa in modo incontrovertibile i rapporti tra le due entità:

Gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione (MoVimento 5 Stelle, nda) si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti disciplinate nel prosieguo del presenteStatuto, nonché le modalità di gestione delle votazioni, di convocazione degli Organi Associativi, di pubblicazione di -a titolo esemplificativo e non esaustivo -avvisi e/o provvedimenti e/o direttive e/o decisioni saranno quelli di cui alla cd. “Piattaforma Rousseau”, mediante appositi accordi da stipularsi con l’Associazione Rousseau.

Art.1 comma ‘C’ dello Statuto Associazione MoVimento 5 Stelle

Vedremo quindi come faranno, se vorranno e potranno, i parlamentari eletti nel MoVimento 5 Stelle a svincolarsi dall’abbraccio (mortale?) dell’Associazione Rousseau. Che ogni mese dai 293 tra deputati e senatori, più i vari consiglieri regionali ed europarlamentari, andando a spanne, vanta un credito di oltre 88.000€. Magari qualcuno di loro, infastidito dall’ingombrante (e costosa) presenza del discendente, oltre che nell’essere considerati praticamente inutili proprio da Grillo, potrebbe decidere di convertirsi alla versione Open di…Rousseau!

Per chi fosse interessato al progetto, ecco i riferimenti:

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