“Quando Salomone disse che c’è un tempo e un luogo per ogni cosa
non aveva affrontato il problema di parcheggiare la sua automobile.”
Bob Edwards
Tra i drammi dell’uomo contemporaneo c’è inevitabilmente la ricerca di un parcheggio libero per la propria auto. Sarebbe antropologicamente interessante fare una ricerca scientifica sul come, invariabilmente, dal piccolo paese di montagna alla grande metropoli, una delle lamentele più diffuse è la difficoltà di parcheggio e la carenza di aree di sosta. Al che, è d’obbligo ricordare la regola aurea dei parcheggi: “più disponibilità di posti porterà inevitabilmente a più auto in circolazione“.
Battute a parte, soprattutto nelle zone turistiche e nelle città si sono ormai da tempo diffuse le aree di sosta pubbliche a pagamento. Le famigerate “righe blu“, che comportano il pagamento di un obolo per avere il privilegio di lasciarvi l’auto in sosta. Obolo che non solo contribuisce alle sempre più disastrate casse delle amministrazioni comunali ma che, in ogni caso, favorisce la rotazione dei veicoli e maggiore disponibilità di poter parcheggiare la propria auto. Pagando, perché che ci piaccia o meno, anche poter parcheggiare sta diventando un “privilegio”.
Il problema, spesso, non è il dover pagare quanto trovare il modo di farlo: una discreta varietà di sistemi di pagamento, da quello con le monetine, il più antipatico e scomodo (anche per la carenza di monete in circolazione), a quello più pratico e attuale delle app per smartphone. Passando, ovviamente, per l’uso della carta di credito (che, per mia esperienza, non funziona praticamente mai!).
In molte zone, soprattutto quelle turistiche, molti comuni hanno introdotto, in alternativa ai metodi tradizionali di pagamento, anche EasyPark: si scarica l’app sullo smartphone, si crea un account e si collega a un metodo di pagamento (Carta di Credito, PayPal). L’app, attraverso la geo localizzazione, individua l’area di sosta e permette d’impostare, girando una “rotellina virtuale”, il tempo che si desidera sostare. Senza costi aggiuntivi, almeno per l’utente, ma con la comodità di non dover fare la coda al parchimetro, sperare che funzioni, sperare di avere le monete etc…
Uso EasyPark con soddisfazione ormai da un annetto. Comodissimo, perché permette di prolungare la sosta in un secondo momento senza dover tornare necessariamente all’auto (si fa tutto via smartphone), evitando così antipatiche contravvenzioni.
Rappresenta indubbiamente una comodissima evoluzione ai tradizionali sistemi di pagamento della sosta ma una riflessione è d’obbligo e posso sintetizzarla così: EasyPark è una azienda privata, che gestisce virtualmente migliaia di aree di sosta in tutta Italia (e anche Europa). Come mai non esiste (ancora) un sistema analogo pubblico? Una piattaforma, sviluppata in Italia da parte della Pubblica Amministrazione (amici di AgID, ci siete?), così che i comuni possano aderirvi senza dover regalare preziosi dati dei cittadini ad aziende private come EasyPark? E che, in cambio, i cittadini possano beneficiare di app come IO anche per gestire -e pagare- la sosta?
Sarebbe davvero interessante poter avere una piattaforma simile, non solo per gli indubbi vantaggi alla collettività dati dall’uso di una soluzione pubblica e nazionale: i dati (opendata?) potrebbero essere usati per sviluppare soluzioni migliorative in merito al traffico veicolare, intervenendo dove se ne ravvede la necessità. Le amministrazioni comunali avrebbero la comodità d’interagire con una istituzione pubblica, invece che con una azienda privata, e tutti i dati relativi alle geo localizzazioni e utenti sarebbero e rimarrebbero entro il perimetro della PA italiana. Idem per i pagamenti, magari sfruttando le soluzioni di pagoPA.
Concludo con una massima diffusa: “Pagare è antipatico. Dover pagare con difficoltà, lo è ancora di più”.