Partito Pirata su YouPorn: “Enlarge your privacy”

“Prima dovevi uscire e nasconderti nei cespugli ora puoi violare l’intimità di chiunque seduto al tuo computer bevendo una tazza di caffè”
Mariska Hargitay

Sarà la pubblicità più vista che nessuno ammetterà mai di aver visto, quella che ha lanciato il Partito Pirata sui famosi portali pornografici YouPorn e PornHub.

A pochi giorni dalla notizia che Joachim B. Olsen, politico liberale olandese, ha pagato per avere la sua inserzione promozionale su YouPorn, ecco che il Partito Pirata italiano ci prova a sua volta, lanciando una campagna per sensibilizzare il problema della privacy in Rete.

Con uno slogan neanche troppo vagamente allusivo, “Enlarge your privacy” (Aumenta la tua privacy), il Partito Pirata punta il dito sull’invasività delle attività di tracciamento on-line e di come i dati raccolti vengano poi utilizzati in modo opaco e non sempre lecito:

riteniamo che la minaccia rappresentata da misure di sorveglianza illegali ed eccessive, imposte da molti governi sia in risposta al terrorismo che ad altre forme di criminalità, sia quantomai grave. Dobbiamo agire subito per ristabilire un giusto equilibrio e riprenderci la nostra privacy.

Enlarge ypur Privacy, Partito Pirata

In particolare, tra le proposte presenti nel programma elettorale europeo #CEEP19, viene sottolineata la volontà di abolire la pratica della raccolta, dell’archiviazione e della corrispondenza dei dati di routine, automatizzata e non mirata. Respingere la raccolta generalizzata e indiscriminata di dati di comunicazione (conservazione dei dati), dati di viaggio (PNR) e dati biometrici.

La raccolta “a strascico” di tutti i dati che ci riguardano, a partire dai dati di navigazione (quali siti visitiamo, quanto ci stiamo, cosa clicchiamo etc etc etc…) per arrivare al monitoraggio dei dati biometrici attraverso i sensori e le smart-band che indossiamo, è un problema attualissimo e purtroppo non molto affrontato dalla classe politica.

L’Unione Europea, con la General Data Protection Regulation (GDPR), ha comunque dimostrato di voler porre un freno all’uso indiscriminato dei nostri dati, ponendo limiti chiari alle modalità di raccolta e di conservazione degli stessi. Ma per l’utente comune non è sempre facile capire che fine faranno e come saranno utilizzati i dati che il provider del servizio raccoglierà, e spesso neanche ne ha la consapevolezza: avete mai provato a dare uno sguardo alle attività che Google memorizza relativamente al vostro account?

Tornando alla curiosa inserzione su PornHub, forse qualcuno potrebbe trovarla di cattivo gusto. Del resto, guardando le statistiche di utilizzo del portale, l’Italia si pone in ottima posizione nella top-ten dei Paesi da cui provengono gli utenti. Inoltre, nel 2018 PornHub ha avuto oltre 33 miliardi di visitatori da tutto il mondo: non è già questo un ottimo motivo per usarlo anche come piattaforma pubblicitaria per sensibilizzare su un problema importante come la nostra Privacy?

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