Al consiglio comunale di oggi si parla delle società partecipate del Comune di Siena. Si commentano i bilanci e gli assetti di società di servizi essenziali, come Acquedotto del Fiora Spa.
Alla luce dei risultati conseguiti, sinceramente non così eclatanti, sono sempre più convinto della necessità delle Amministrazioni pubbliche di avviare un percorso di riconquista della gestione diretta dei servizi essenziali, come l’acqua, la spazzatura, il trasporto pubblico urbano.
Prendiamo, ad esempio, gli 8 mln di utile conseguiti dall’Acquedotto del Fiora SPA (interamente destinati alle riserve straordinarie): essi derivano indubbiamente dalle tasche dei cittadini, attraverso le bollette dell’acqua. Non vi sembrano un po’ troppi, considerando che il costo al mc dell’acqua (2,106€) è uno dei più alti d’Italia ?
Insomma, qualcuno si ostina a dichiarare che l’ingresso dei privati nella gestione dei servizi pubblici ha “migliorato la qualità”, “aumentato gli investimenti”…io sono dell’opinione che è solo servito a garantire profumati profitti ai privati, oltre che poltrone da far occupare ai “soliti noti”, che puntano esclusivamente all’aumento della loro quota, senza preoccuparsi troppo della qualità del servizio. Sempre parlando dell’acqua, relativamente al contesto senese, le perdite nelle tubature si assestano intorno al 40% (18% nel comune di Siena) !
Oltre a questo, cito l’intervento di Mauro Aurigi che ricordava come l’acquedotto senese sia stato costruito dai senesi, che portarono l’acqua dalle pendici del Monte Amiata fino alla città: una opera pubblica, meravigliosa, che è stata messa in mano (almeno il 40%) a soggetti privati che non hanno avuto alcun ruolo, né merito, nella sua costruzione.
Insomma, non conosco esempi di miglioramento del servizio e di conseguente abbassamento delle tariffe nella privatizzazione di questi servizi. E l’aspetto peggiore è che le amministrazioni si ostinano a perseguire questa strada perché “privato è bello” e se queste società non funzionano come dovrebbero la causa è che “vi è troppo pubblico”.
Personalmente non trovo etico che servizi essenziali per la vita, come l’acqua, siano gestiti a discrezione dei Consigli di Amministrazione di società private o private/pubbliche.
Troverei molto più accettabile avere una gestione pubblica con chiusure anche in perdita, perché non si può speculare economicamente sui servizi essenziali.
L’acqua è un diritto, non una merce.