Come ogni pranzo di Natale che si rispetti a Siena, al momento del “dolce” arrivano in tavola i dolciumi tipici della tradizione senese: Panforte, Panpepato, Ricciarelli, Cavallucci, Copate, Torta di Cecco e gli immancabili cantuccini, che però sono più un dolce tipico dell’area fiorentina.
Chiunque sia venuto a Siena o conosca persone senesi, probabilmente avrà sentito parlare di questi prodotti tipici, soprattutto del Panforte e dei Ricciarelli, veri “cavalli di battaglia” delle pasticcerie senesi che si sfidano ogni anno per offrire prodotti di qualità alla clientela. Ed il senese sa bene quali sono i marchi e le pasticcerie migliori, dove si serve per sé ed i suoi amici, ospiti e parenti.
Ma il turista che viene in visita a Siena ovviamente non può saperlo, se non ben consigliato da qualcuno del posto. Ed i prodotti tipici senesi, essendo costituiti soprattutto da materie prime pregiate e quindi anche costose (come mandorle, miele, canditi, nocciole) spesso si trovano sui banchi dei negozi in una gamma di prezzi piuttosto varia, che ovviamente ne denota spesso la qualità. Ahimè, quante volte ho visto acquistare dai turisti le scatole di ricciarelli di marche che non posso dire ma che non comprerei neanche sotto tortura ? Ed ogni volta ho pensato che, una volta arrivati a casa e magari offerti agli amici, il commento più scontato sarebbe stato negativo o comunque non entusiastico, danneggiando il nome della città e dei suoi prodotti tipici.
Già, perché volete mettere la differenza di sapore tra un ricciarello industriale ed uno artigianale ? C’è un mondo, ad iniziare dalla consistenza per passare al sapore. Ed ovviamente anche il prezzo ne risente ma quando si spaccia un prodotto di scarsa qualità per “prodotto tipico” (e ne ho trovate scatole anche negli autogrill di mezza italia) bisognerebbe riflettere sul danno di immagine che ricade sulla città e su chi si impegna per offrire prodotti di qualità.
La tutela del nome è importante perché non solo connota chi si impegna nella qualità di un prodotto ma funge anche da ambasciatore della città nel mondo: tutti conoscono il Chianti Classico o il Brunello di Montalcino, tutelati nella produzione e nel marchio da appositi consorzi. E chi lo acquista sa di trovare comunque un prodotto di qualità. Ma per i Ricciarelli e per il Panforte (anche se quest’ultimo ha già ottenuto l’IGP…) chi ne tutela il nome e la qualità ? Addirittura, ci sono aziende produttrici che, nate a Siena, per vicissitudini legate alla proprietà adesso sono state spostate altrove e neanche più di proprietà senese…ma continuano a produrre prodotti “tipici” che non mangerei neanche sotto tortura !
La tutela del nome, in questi casi, è sia un incentivo a chi realmente produce prodotti con attenzione nella scelta delle materie prime e nell’intero processo di produzione, artigianale, contro chi chi continua ad adottare politiche industriali che sfornano prodotti lontani anni luce dal vero ricciarello e dal vero panforte, ma chiamandolo con quel “di Siena” che dovrebbe indignare tutti noi senesi.
Per concludere, invitandovi a segnalare la vostra pasticceria preferita, non mi vergogno a dire che il mio panforte preferito è quello della Fabbrica del Panforte in Pian de’ Mori….