Qual’è lo stato delle infrastrutture senesi ?

Non posso negare che dopo la tragedia avvenuta a Genova, viaggiare sulle nostre strade non è più la stessa cosa. Senza voler scatenare ingiustificato panico o altre reazioni scomposte, il crollo del Ponte Morandi nel pieno centro di una città come Genova, parte di una delle principali arterie italiane e transitato quotidianamente da migliaia di veicoli, fa seriamente preoccupare sullo stato di salute delle tante infrastrutture nelle reti viarie italiane.

Così come fa preoccupare la richiesta del Governo alle 93 province italiane di verificare urgentemente i 130 mila chilometri di strade e almeno 30.000 tra ponti, viadotti e gallerie: strutture ancora sotto la loro gestione, anche dopo il famigerato decreto Delrio che ha, di fatto, azzerato le finanze di questi enti territoriali. Per Siena, si parla di un reticolo di circa 1300 km di strade sotto la gestione diretta della Provincia. Con quali risorse sono state fatte –se sono state fatte– le necessarie manutenzioni ? Al di là dei proclami sui quotidiani, è ormai sotto gli occhi di tutti lo stato di abbandono di gran parte delle strade italiane, anche nel nostro territorio. Tanto che proprio negli ultimi giorni è stato chiuso il viadotto della Ribussolaia a Chianciano Terme per “verifiche sulla sua stabilità”.

E non è possibile neppure ignorare le troppe e crescenti criticità di molte strade dell’ANAS sul nostro territorio, ad iniziare dalle Siena-Firenze, Siena-Grosseto e Siena-Bettole: tra manutenzioni assenti o tardive e opere incompiute, la situazione dei collegamenti della nostra città al resto del Paese è rimasta “al palo” da almeno 30 anni. Senza considerare tutte le vittime di queste strade, morti in incidenti causati anche dalle loro pessime condizioni ed inadeguatezza agli standard di sicurezza europei.

Più e più volte abbiamo sollecitato, anche dagli scranni del consiglio comunale di Siena, la necessità di portare a compimento e adeguare queste fondamentali opere alle esigenze attuali. Ed abbiamo sempre raccolto promesse e rassicurazioni da parte dell’allora maggioranza PD, rimaste però lettera morta: credo che almeno i parlamentari eletti nel nostro territorio, soprattutto quelli nelle file della maggioranza di Governo, dovrebbero attivarsi urgentemente e concretamente per fornire risposte e tempistiche certe a tutti noi cittadini, oltre a chiarire definitivamente come intendono gestire i beni di quelle Province che, dopo roboanti proclami sulla loro abolizione, sono ancora in vita ed hanno un pesante fardello di km di strade, con ponti e gallerie, da mantenere in sicurezza.

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