L’articolo “dossier” pubblicato mercoledì scorso dal quotidiano La Nazione sui “Redditi di Palazzo Pubblico” offre lo spunto per alcune interessanti riflessioni sul passato e sul futuro della nostra città.
Innanzitutto credo sia importante precisare (cosa che l’articolo omette di fare) che i redditi indicati si riferiscono, almeno per il sottoscritto, alla normale attività lavorativa come Dipendente dell’Università di Siena. Il reddito derivante dall’attività politica di consigliere comunale, infatti, è composta solamente da “gettoni di presenza” (che, come dice bene il nome, vengono erogati solo in caso di effettiva presenza) di circa 35€ netti massimi al giorno: chi avesse voglia di spulciare bene i dati reddituali pubblicati sempre sul sito web del Comune, senza voler fare “gossip”, vedrebbe che la “ricchezza accumulata” in un anno di consigli comunali e commissioni supera a malapena i 500€ complessivi, ovviamente al lordo delle tasse. Diverso il discorso per i membri della Giunta, per il Sindaco e per il Vicesindaco, che invece possono beneficiare di una indennità mensile di tutto rispetto determinata dalle normative nazionali e pubblicato sempre sul sito web del Comune di Siena.
Vale la pena, comunque, fare una riflessione non tanto sui singoli redditi di ogni consigliere comunale, ma sui redditi suddivisi per classi di età.
Confrontando le cifre, vediamo infatti come i consiglieri comunali “giovani”, indicativamente sotto i 40 anni ma laureati e con una professionalità, hanno stipendi nettamente inferiori a quelli della generazione dei loro genitori. Si parla, inoltre, di giovani che hanno professionalità importanti, come psicologi e architetti, ma che non riescono a raggiungere livelli reddituali come quelli di avvocati, medici ed (ex) dirigenti MPS.
Parliamo inoltre di giovani che, in qualche modo, hanno deciso di sacrificare il loro tempo libero per servire la comunità, con maturità e senso di responsabilità, dimostrando di non essere affatto choosy o “mammoni” come qualche Ministro, anch’esso decisamente non giovane, ebbe l’ardire di dichiarare!
Pertanto, al di là dello scopo velatamente demagogico del “dossier”, quello che deve preoccupare è la sensazione che vi sia una ridotta, ridottissima, mobilità sociale anche nella nostra città. Una città che non riesce più a dare le stesse garanzie di benessere economico che ha dato ai nostri padri, condannando il futuro di Siena a sostenersi solo grazie alle ricchezze accumulate nel passato, almeno fino a quando non saranno estinte. E la forbice sociale rischia di allargarsi sempre più, con le conseguenze che è facile immaginare, innescando nuovamente quelle “lotte di classe” che avevamo, almeno a Siena, dimenticato da tempo.
Concludendo, la riflessione che vorrei stimolare nella cittadinanza è sulle opportunità che la nostra città offre ai giovani, soprattutto un reddito adeguato ed una vita dignitosa, in un futuro dove non c’è più “Babbo Monte” a garantire l’occupazione.
Michele Pinassi
Cittadino, dipendente pubblico, consigliere comunale.