“I prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno pubblico accesso a grandi quantità di opere o altro materiale caricati dagli utenti adottano, in collaborazione con i titolari dei diritti, misure miranti a garantire il funzionamento degli accordi con essi conclusi per l’uso delle loro opere o altro materiale ovvero volte ad impedire che talune opere o altro materiale identificati dai titolari dei diritti mediante la collaborazione con gli stessi prestatori siano messi a disposizione sui loro servizi. Tali misure, quali l’uso di tecnologie efficaci per il riconoscimento dei contenuti, sono adeguate e proporzionate. I prestatori di servizi forniscono ai titolari dei diritti informazioni adeguate sul funzionamento e l’attivazione delle misure e, se del caso, riferiscono adeguatamente sul riconoscimento e l’utilizzo delle opere e altro materiale.”
Articolo 13, DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sul diritto d’autore nel mercato unico digitale
Un adagio popolare recita che “la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni“. Non saprei dire se questo Articolo 13 della Direttiva Europea sul Diritto d’autore nel mercato unico digitale, attualmente in discussione nelle commissioni, sia una buona intenzione oppure una aberrante soluzione ad un problema reale.
Ne avevo, di sfuggita, parlato anche sul post di ieri. Ma non avevo compreso, fino ad oggi, la pericolosità di una tale norma se venisse approvata.
Oltre ovviamente alle difficoltà tecnologiche di applicazione, una norma del genere avrebbe come effetto immediato quello di bloccare tutte le piattaforme online di condivisione e cooperazione tra utenti. Che non è necessariamente sinonimo di illegale o di violazione di copyright. Tutt’altro, piattaforme come Github, Wikipedia, Flickr etc etc etc… hanno contributo alla diffusione del sapere e della conoscenza, rendendo la Rete uno strumento formidabile di accesso alla cultura e promotore di iniziative sociali in tutto il mondo, come ad esempio la comunità del software libero.
Ho apprezzato l’intervento pubblicato in rete della Parlamentare Europea Julia Reda, del Partito Pirata, che riassume la situazione attuale ed invita tutti i cittadini a mobilitarsi nei confronti dei propri europarlamentari di riferimento per impedire che la scellerata norma venga approvata.
In realtà, le norme pericolose sono due: la “Link tax” (art. 11) e la “Censorship machine” (art. 13), entrambe purtroppo già approvate all’esame della Commissione Europea per gli Affari Legali.
Nel dettaglio, la Link tax prevede che
Anyone using snippets of journalistic online content must first get a license from the publisher. This new right for publishers would apply for 20 years after publication.
Se utilizzo, per i miei scopi anche personali, una parte (“snippet”) di un contenuto giornalistico pubblicato online, devo prima richiederne una licenza d’uso. E quindi pagare. Compreso per il piccolo estratto che viene visualizzato su Facebook –tanto per fare un esempio– quando condividiamo un link di un articolo giornalistico.
La Censorship machine, o “macchina della censura“, è quello di cui abbiamo già velocemente parlato:
Internet platforms hosting “large amounts” of user-uploaded content must monitor user behavior and filter their contributions to identify and prevent copyright infringement.
in sostanza, un filtro preventivo in fase di upload per tutti i servizi online di convisione e cooperazione, che identifica in tempo reale tutto il materiale protetto da copyright (!).
Viene da chiedersi, in tutta sincerità, a chi potrebbe mai giovare l’applicazione di due norme retrograde di questo tipo. La prima, di fatto sostiene la già morente editoria on-line (se nessuno condividesse più articoli giornalistici, credo che le vendite e gli introiti pubblicitari crollerebbero in pochissimo tempo). La seconda, che permette alla Rete di essere ciò che è: un luogo di sperimentazione, di condivisione, di cooperazione in tempo reale che abbatte le barriere e le frontiere.
Oggi più che mai, quindi, è necessario mobilitarsi attraverso i nostri portavoce al Parlamento Europeo per impedire l’applicazione di normative simili. In particolare segnalo l’europarlamentare Isabella Adinolfi che, sul tema, si è già attivata.
#SaveYourInternet
Il testo della proposta, integrale, in italiano è disponibile qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52016PC0593&from=EN