Lunedì in tarda mattinata stavo camminando per il centro di Siena, in mezzo ai cumuli di spazzatura abbandonata a causa dello sciopero nazionale del comparto “igiene ambiente”, al quale hanno aderito il 90% degli operatori ecologici.
Sciopero che, almeno a quanto mi dicono, è riuscito benissimo, facendo indignare i senesi (e gli italiani in generale) costretti a vedere la loro Siena piena di spazzatura.
Il problema della spazzatura è stato da questo blog più volte sollevato, soprattutto sul fronte dei costi e della qualità del servizio. E lunedì c’è stata la dimostrazione, anche solo per un giorno, di cosa accadrebbe se un servizio troppo spesso sottovalutato venisse a mancare.
Servizio che, è sempre bene ricordarlo, costa ai contribuenti senesi oltre 14 milioni di €, in costante aumento. E non basta, come più volte spiegato, che i cittadini senesi si impegnino per fare sempre più e sempre meglio la raccolta differenziata: ci sono dei “vincoli” tali che una certa quantità di spazzatura deve comunque finire nella bocca dell’inceneritore e produrre elettricità…
Lo dice chiaro e tondo a dicembre 2014 il vicesindaco di Manciano (GR): «E’ inutile fare tanti giri di parole […] Quando è nata, SeiToscana aveva due obiettivi da raggiungere: realizzare economia di scala, ovvero creare risparmi per la collettività, e ottimizzare i servizi. E mi sembra che il primo obiettivo non sia stato raggiunto, se è vero che in quattro anni avremo un incremento di spesa di 4 milioni di euro più Iva».
Missione fallita, mi viene da pensare, se non fosse che il contratto capestro ci impone comunque di continuare con questo schema fallimentare per almeno altri 10 anni. E non è stato sufficiente ricordare più volte che la stessa Antitrust abbia evidenziato le storture di questo sistema, che vede un unico soggetto offrire una moltitudine di servizi, agendo in un regime monopolistico de facto ed uccidendo qualsiasi possibilità di concorrenza.
Da parte nostra non resta che continuare a denunciare la realtà, in attesa che il vento della politica prenda a soffiare nell’interesse dei cittadini e non delle aziende.