Scuola, Registro Elettronico e pubblicità

Su alcune piattaforme del Registro Elettronico sono comparsi giochi e pubblicità. Parliamo di piattaforme dove sono gestiti e conservati i dati di valutazione personale degli studenti, molti di loro minorenni. L’ennesimo caso all’italiana, tradizionale mix di incompetenze e cialtroneria.

Ha sollevato un discreto scalpore la presenza di giochi e pubblicità su alcune piattaforme dedicate ai voti degli studenti italiani. I cosiddetti “registri elettronici”, che sostituiscono le pagelle cartacee, sono diventati uno degli strumenti digitali di contatto tra scuola e famiglie, dove non solo i voti ma anche altre informazioni relative alla didattica e alle attività scolastiche vengono conservate.

Parliamo di una innovazione introdotta dall’anno scolastico 2012/2013, normata nel DL 95/2012, che recita:

A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.

ma, ovviamente, non poteva andare tutto liscio. Come si apprende da un articolo a tal proposito[1], il DL succitato prevedeva che il MIUR avrebbe dovuto predisporre un piano di dematerializzazione a tal proposito. A oggi, a quanto leggiamo, tale piano non è stato ancora predisposto[2] e quindi le scuole non sono obbligate ad adottare la soluzione digitale del Registro, che tra le altre cose, essendo un “atto pubblico”, la Cassazione ha stabilito che debba essere compilato dai docenti durante l’attività in classe.

La questione più sembrare trascurabile, solito pasticcio all’italiana, se non fosse che questa “non obbligatorietà” dell’adozione (anche se risulta che il 90% delle scuole lo ha implementato) ha in qualche modo spalancato le porte a iniziative non sempre adeguate a garantire le necessarie tutele dei dati personali ivi inseriti, come ricorda il Garante della privacy in una lettera inviata al Ministero dell’Istruzione addirittura nel 2020:

Il registro elettronico costituisce, infatti, un prezioso strumento di comunicazione tra i docenti e le famiglie, tanto più nel momento attuale, caratterizzato dalla necessita, come tale, di una più stretta interazione tra insegnanti, studenti e loro genitori, alla quale il registro on-line è sicuramente funzionale. L’inclusione, nel registro, di un novero assai rilevante – in termini quantitativi e qualitativi – di dati
personali, anche di minorenni, esige tuttavia l’adozione di tutte le cautele idonee a evitare o, quantomeno, minimizzare, i rischi di esfltrazione, trattamento illecito, anche solo alterazione dei dati stessi.

[...]
In assenza di direttive specifiche, gli istituti scolastici hanno sinora provveduto ricorrendo a soluzioni tecnologiche, offerte da vari fornitori, non sempre caratterizzate da garanzie adeguate in termini di protezione dei dati personali e talora notevolmente vulnerabili.

Il 4 aprile 2025 il Ministero dell’Istruzione e del Merito dirama una nota[4] a tal proposito, nella quale viene evidenziato come:

In via preliminare, si evidenzia che il Registro presenta particolari profili di delicatezza, essendo strettamente connesso all’espletamento di funzioni pubbliche essenziali proprie delle Istituzioni Scolastiche, con conseguente coinvolgimento di molteplici dati personali di studentesse e studenti, genitori, dirigenti scolastici e personale scolastico, come anche precisato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali all’interno del Vademecum «La scuola a prova di privacy», Ed. 20231. 

I Registri in questione, pertanto, devono essere esclusivamente orientati al soddisfacimento delle finalità di organizzazione e gestione delle attività educative nel pieno rispetto della normativa vigente.

sottolineando anche, per dare una risposta alle polemiche sorte in merito a piattaforme che offrivano pubblicità e addirittura giochi elettronici[5], che:

Il Registro non deve, pertanto, contenere servizi o attività non aderenti rispetto alla finalità di cui sopra quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo: (i) svolgimento di iniziative commerciali o di marketing, (ii) trasferimento di dati a soggetti terzi, salvi i casi in cui ciò sia strettamente connesso al funzionamento del Registro (i.e., servizi cloud), (iii) messa a disposizione di contenuti non essenziali (i.e., mini-games, oroscopo, chat), (iv) esposizione di banner pubblicitari o rinvio a siti di terze parti contenenti proposte commerciali di qualunque categoria merceologica (i.e. acquisto di libri, di materiale scolastico, etc.).

Precisazione opportuna ma, come ricorda lo stesso Ministro Valditara e riportato dalla stampa:

“I registri elettronici sin dal 2013 sono gestiti da società private: sono le scuole che li scelgono in virtù della loro autonomia. Il Ministero - aggiunge - sta facendo un’analisi per la valutazione dei costi benefici in termini di efficienza e di impatto economico sull’eventuale adozione di un software unico a livello nazionale per i registri elettronici”.

Posso commentare che è la classica situazione all’Italiana? Nel 2013 il Governo emette un Decreto Legge con una misura innovativa. Qualcuno –in questo caso il Ministero dell’Istruzione– dovrebbe stenderne, entro 60 giorni, le necessarie linee guida, per definire in modo uniforme le modalità di attuazione. Non lo fanno e a distanza di 12 anni ancora non ve ne è traccia. Nel frattempo, le scuole si arrangiano come meglio possono, spesso senza avere le necessarie competenze tecniche per valutare le varie soluzioni e senza linee guida univoche, affidandosi alle aziende private. Fino a che qualcuno non pesta, dopo 13 anni di questa situazione, una “cacca” (virtuale, per carità!) e allora il caso esplode, come è avvenuto in questi ultimi mesi. Galeotta fu una project manager di Torino, Giovanna Garrone, che ha denunciato l’accaduto dopo aver scoperto queste strane funzionalità sul registro elettronico della figlia liceale.

Sarebbe da ridere se non fosse così tragico, soprattutto perché parliamo di uno dei pilastri essenziali di una società moderna: la scuola.

Che altro si può aggiungere?

[1] https://www.orizzontescuola.it/registro-elettronico-deliberato-dal-collegio-docenti-obbligatorio-compilazione-tempo-reale/
[2] Valido il registro scolastico cartaceo, https://quotidianosociale.it/2024/05/17/valido-il-registro-scolastico-cartaceo/
[3] Registro elettronico, illegittimo chiedere ai docenti di compilare da casa. Cosa succede se non c’è linea?, https://www.orizzontescuola.it/registro-elettronico-e-prof-che-rischia-se-non-c-linea-scuola-cosa-fare/
[4] https://www.orizzontescuola.it/wp-content/uploads/2025/04/m_pi.AOODPPR.REGISTRO-UFFICIALEU.0002773.04-04-2025_AddPage.pdf
[5] Sul registro elettronico di 300 scuole sono apparsi minigames e pubblicità, https://lespresso.it/c/giovani/2025/3/7/registro-elettronico-minigames-pubblicita/53155

Questo articolo è stato visto 111 volte (Oggi 1 visite)

Hai trovato utile questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.