“Si fa un gran parlare di libertà di espressione. Noi, come libreria diffusa in tutto il Paese, abbiamo sempre avuto un’idea chiara in merito: la libertà di parola dipende dallo spread. È evidente che oggi non potete permettervela.”
dal messaggio sulla pagina FB ufficiale della Feltrinelli di Bologna
E’ uno di quei casi che da prima desta stupore, poi strappa una risata e, per finire, sconvolge a causa della potenza mediatica che una pagina su un social network ha. Soprattutto se è la pagina ufficiale della Libreria Feltrinelli di Bologna e soprattutto se l’oggetto del messaggio è l’ex-ministro Minniti.
Come siano andate esattamente le cose non è ancora noto (e probabilmente saranno gli inquirenti a raccontarlo) ma sembra proprio qualcuno abbia voluto tirare un brutto scherzo alla famosa casa editrice fondata da Giangiacomo Feltrinelli nel 1954.
La pagina è fasulla
Non si è fatta attendere troppo la risposta ufficiale della casa madre pubblicata poche ore dopo sulla pagina Facebook de La Feltrinelli:
La pagina “La Feltrinelli Bologna” è fasulla ? Una pagina creata il 26 Febbraio 2014, con numerosi post relativi anche ad eventi e presentazioni di libri, foto dei locali, orari etc etc etc… difficile credere che lo sia.
Ma se davvero lo fosse, ed allora è stato davvero fatto un lavoro sopraffino per trarre in inganno gli oltre 6000 follower, come potersi fidare di tutte le altre pagine “ufficiali” che troviamo su Facebook e sugli altri social network ?
Domanda per nulla peregrina, se ci pensiamo bene, soprattutto quando anche attraverso queste Pagine si fanno affari, attraendo clienti, promuovendo eventi, prodotti…
E’ social engineering, bellezza !
Quindi eccoci di nuovo alla considerazione iniziale, ovvero alla straordinaria potenza mediatica di una pagina Facebook ed alla semplicità con cui si può trarre in inganno migliaia di utenti, semplicemente spacciandosi per chi non si è. E se questo avviene su una Pagina creata ben 4 anni fa, immaginiamoci cos’altro può succedere sulla Rete e quanto sia importante implementare sistemi e adottare consuetudini sociali e culturali che possano almeno mitigare questo tipo di attacchi di raffinato social engineering.