“Selvaggio web”. Internet è davvero un brutto posto?

Sei stato selvaggio, un tempo. Non lasciarti addomesticare.”
Isadora Duncan

Concordo con Agnese Pini, direttrice de La Nazione, che dalle pagine del quotidiano tuona contro la Rete: anche a me le chat di pedofili fanno schifo. Mi fanno schifo coloro che sfruttano i bambini –ma in generale, tutti gli appartenenti alle categorie deboli– per soddisfare le loro perversioni.

Personalmente non sarei riuscito a stare in una chat di pedofili per una settimana, come riferiscono di aver fatto. Se ci fossi capitato, per errore, me ne sarei uscito dopo pochi secondi inorridito. Ma forse la mia reazione sarebbe stata motivata dal non doverci scrivere sopra l’ennesimo articolo che, facendo leva sui sentimenti dei lettori, cerca di demonizzare uno strumento incredibilmente potente come Internet.

Forse il problema –è solo una mia personale supposizione– è la mancanza di conoscenza di cosa sia la Rete. Credo che nessuno demonizzerebbe i coltelli da cucina, con i quali affettiamo il pane o tagliamo l’arrosto, se un giorno qualche serial killer decidesse di utilizzarli per squartare le sue vittime. Quindi, perché considerare deleteria la Rete solo perché vi si possono trovare contenuti pedopornografici?

Se, come dice la dott.ssa Pini, Instagram e gli altri social possono diventare miniere d’oro per pedofili e pervertiti, a caccia di foto di minori per soddisfare le loro perversioni, la domanda che mi faccio è: chi carica queste foto sui social, spesso genitori o parenti inconsapevoli, conosce le potenziali conseguenze di ciò che sta facendo?

Perché forse il problema non è la mancanza di ulteriori inutili leggi e normative (Internet è una Rete planetaria e se la ride di eventuali restrizioni e censure nazionali, come solo i Governi dispotici e dittatoriali generalmente fanno) quanto, piuttosto, la carenza di una reale informazione su cosa è la Rete e quali sono i rischi di un uso “leggero” della stessa!

Non me ne voglia, la dott.ssa Pini, ma quel suo editoriale del 16 novembre 2019 non mi è piaciuto e credo non renda giustizia all’importantissimo ruolo dell’Informazione (con la “I” maiuscola), che ritengo abbia il dovere prima di tutto di informare, senza scatenare inutili “cacce alle streghe” con la scusa dell’indignazione. Certo, in Rete ci sono anche le chat dei pedofili. Ma ci sono anche le chat dove si organizzano i ribelli che combattono contro governi liberticidi e per il rispetto dei diritti umani.

Internet ha permesso la nascita di fenomeni di democrazia, trasparenza e partecipazione incredibili, che hanno cambiato l’assetto geopolitico di intere regioni, come la Primavera Araba, Occupy Wall Street, le rivelazioni di Snowden, Wikileaks e molto altro. Lo stesso “Movimento delle Sardine”, che sta nascendo proprio in questi giorni, cresce e prolifica attraverso la Rete e i social: basta davvero qualche chat di pervertiti per chiedere che tutto questo finisca?

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