“Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.”
Paulo Coelho
Se la classifica generale sulla qualità della vita nelle Province Italiane 2018 conferma Siena nella top-ten nazionale, conquistando un ottimo quarto posto, sono gli indicatori di area quelli su cui i cittadini e la politica locale dovrebbero concentrare l’analisi:
Affari & lavoro
Siena se la cava maluccio, con un 55° posto (l’anno precedente era al 47). Confermando che la nostra provincia non brilla particolarmente sul lato economico ed occupazionale: pur con un tasso di disoccupazione del 9,1% (non alto ma neppure così trascurabile), pare mancare una vera e propria spinta propulsiva sul fronte dell’occupazione;
Ambiente
Un discreto 53° posto, in nettissimo peggioramento rispetto al 2017 quando eravamo al 16°. Che la vicenda su 6 Toscana abbia avuto il suo peso ? O forse l’operato del Consorzio di Bonifica su i nostri torrenti ? O, ancora, le giravolte sulla Geotermia ? Chissà. Fatto sta che sull’ambiente –e soprattutto sulla sua tutela– sembra che ci sia davvero molto su cui lavorare;
Criminalità
Pensavate che Siena fosse in testa alle classifiche, vero ? E invece siamo al 59° posto, scendendo di 21 posizioni rispetto all’anno precedente (eravamo 38°). Da altre fonti, Siena si conferma una delle città dove c’è alta percentuale di reati informatici: sicuramente un fattore che incide, negativamente, su questo indicatore;
Disagio sociale
Decisamente meglio sul welfare sociale, dove Siena si attesta un dignitosissimo 21° posto, in netto miglioramento rispetto alla 58 esima posizione dell’anno passato;
Popolazione
Molto male per Siena sul fronte demografico, 84° posto su 110. Una provincia che invecchia e fatica ad invertire un declino demografico sempre più evidente (e preoccupante): nel 2017, a fronte di 3413 decessi ci sono state solamente 1871 nascite. Parzialmente arginata l’emorragia di popolazione da 1211 migranti (che vuol dire provenienti da altre provincie/nazioni): un saldo comunque negativo di 331 unità;
Servizi finanziari
subito dopo Parma, c’è Siena. Seconda posizione inalterata rispetto all’anno scorso. Qui di interessante ci sono le sottocategorie, che vedono Siena svettare in “servizi finanziari” e “numero ATM per abitanti” (primo posto assoluto). Male per i “servizi di istruzione media superiore”, che vedono Siena al 63° posto. Migliorabile anche sul fronte scolastico, con un pessimo 78° posto su “Numero scuole superiori” ed un 62° per “numero scuole medie superiori”;
Sistema salute
Al di là della percezione generale, Siena è al 4° posto nazionale (stabile). Curioso il primo posto per Isernia, capoluogo molisano, su un indicatore che include l’organico infermieristico e medico, il numero di posti letto, personale TS etc etc…;
Tempo libero
Siena in vetta alle classifiche nazionali, primi assoluti con uno stacco netto di 190 punti rispetto alla seconda, Rimini. Siamo primi negli indici delle “strutture dedicate al tempo libero” e “agriturismi”. Secondi in “strutture dedicate al turismo” e “associazioni culturali”, mentre siamo settimi (!) per le “sale cinematografiche” (ricordo che sono classifiche provinciali). Sul fronte librerie siamo noni;
Tenore di vita
se pensavate che Siena fosse in buona posizione, vi sbagliate. Secondo le classifiche, Siena si attesta ad un modesti 31° posto sulla classifica che include indicatori come “prezzo al mq” e “variazione di prezzi al consumo”. La classifica è capitanata da Parma, seguita da Milano e Reggio Emilia. Guardando i sotto-indicatori, come prevedibile, siamo in 6° posizione per la voce “depositi bancari pro-capite“.
Niente di nuovo, quindi, sotto il sole. Siena si conferma una città mediamente ricca che però sembra faticare nella costruzione di una economia post-MPS, confermando tuttavia la qualità degli investimenti nel settore turistico e ricreativo. Buono il welfare che, al netto di alcune situazioni critiche, mantiene comunque un dignitosissimo livello nella qualità dei servizi sociali e sanitari.
Insomma, a Siena si sta (ancora) bene. La sfida sarà riuscire ad innovarsi, perché l’impressione è che si continui a vivere bene grazie alle ricchezze accumulate nel passato (e che oggi ci sono sempre meno).