“The internet is in great danger. Soon important websites will be censored. Our free communication should be suppressed. We can only do something about it if we work together now get up. We have to prevent ACTA2. If we have nothing are our fundamental rights to freedom of expression and information nothing more valuable.”
Anonymous e altre organizzazioni sensibili al tema della libertà in Rete hanno lanciato l’allarme: dobbiamo fermare la nefasta riforma del copyright, approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 12 settembre.
Come numerose autorevoli voci avvertono ormai da mesi, tra cui l’europarlamentare pirata Julia Reda, si sottolineano i pericoli derivanti in particolare dagli articoli 11 e 13, tra cui ricordo il filtraggio preventivo dei contenuti caricati online per evitare eventuali violazioni del diritto d’autore. Tale norma, di cui hanno recentemente chiesto la sospensione perfino alcuni soggetti potenzialmente interessati, rischia di aprire la strada a censure sui contenuti per motivi politici e ideologici.
L’aspetto più inquietante della riforma è l’addebito di eventuali violazioni del copyright dei contenuti caricati dagli utenti direttamente alla piattaforma, che quindi dovrà attivare sistemi automatici di filtraggio, con le potenziali conseguenze di
- bloccare qualsiasi contenuto, dato che chiunque potrebbe reclamare impropriamente il copyright su opere su cui non detiene in realtà alcun diritto;
- censura sui contenuti di specifiche pagine web (ad esempio Wikipedia), con il pretesto di violazioni del copyright;
In particolare, tali filtri si applicherebbero a tutti quei portali che “organise and promote large amounts of copyright-protected works uploaded by their users in order to make a profit”, come Facebook, Instagram, Tumblr, TikTok, Twitch, Wattpad, Imgur, Giphy, etc. etc.
Se pensiamo che quasi tutta la comunicazione social si basa ormai sull’uso di foto, di immagini, di video e di musica potenzialmente protetta da copyright (verificarlo, soprattutto per noi semplici utenti, non è affatto facile), la normativa rischia di avere un impatto dirompente su gran parte degli strumenti di comunicazione usati oggi.
A cui si aggiunge la famigerata “link tax”, che colpisce al cuore uno dei pilatri della Rete: la condivisione dei contenuti. Se dovesse venire attuata una riforma simile, Internet come lo conosciamo oggi sarebbe solo uno sbiadito ricordo.
Se la Rete, con la sua intrinseca libertà dettata da principi di condivisione e libera circolazione delle idee e delle informazioni, dovesse venire boicottata da normative liberticide, gli effetti più gravi sarebbero proprio su noi cittadini e sulle tante piccole e medie realtà economiche che grazie ad Internet fanno business.
L’appuntamento, diffuso attraverso il sito web stopacta2.org, è per sabato 19 gennaio 2019 nelle maggiori piazze europee, tra cui Milano, per protestare tutti insieme. A cui si aggiunge l’appello a condividere #stopACTA2 il più possibile nei canali social.
E’ in ballo la libertà della Rete. E’ in gioco la nostra libertà, la nostra democrazia, i nostri diritti civili.