La TARI, TAriffa RIfiuti, che nel 2014 ha preso il posto della TARES, è la spesa che ogni amministrazione comunale –in questo caso Siena– affronta per il servizio di raccolta e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU).
La tariffa è composta da due parti: la parte fissa e la parte variabile.
La parte fissa della tariffa (“TF”) comprende i costi indivisibili, ovvero che non dipendono dalla quantità di spazzatura prodotta, quali:
- costo spazzamento e lavaggio strade
- costi di accertamento, riscossione etc etc etc
- costi generali di gestione
- costi comuni diversi
- altri costi
- ammortamenti
- accantonamenti
- remunerazione
a questa si aggiunge la parte variabile della tariffa (“TV”), proporzionale alla quantità di rifiuto prodotta, che comprende:
- costi raccolta e trasporto
- costi trattamento e smaltimento
- costi raccolta differenziata
- costi trattamento e recupero
La tariffa totale è calcolata sommando le due voci di costo, al quale possono aggiungersi eventuali servizi aggiuntivi richiesti dalle singole amministrazioni. Nel caso del Comune di Siena, sono ad esempio servizi aggiuntivi lo svuotamento dei cestini e l’ispettore ambientale.
L’intero servizio è stato affidato, a seguito di gara pubblica bandita dall’ATO Rifiuti 6 Toscana Sud in data 20.11.2008 (ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs. n. 267/2000 e s.m.i. ed in ottemperanza alle specifiche disposizioni di cui alla L.R. Toscana n. 25/1998 e s.m.i. ed alla L.R. Toscana n. 61/2007), alla quale ha partecipato un solo concorrente, il Consorzio 6Toscana (successivamente trasformato in Srl). Su questa gara sono in corso indagini della magistratura che, ipotizzando il reato di turbativa d’asta, sta verificando la regolarità di questo appalto dalle cifre importanti, oltre 180 milioni di € ogni anno per 20 anni.
Gara che più volte, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo contestato anche sotto il profilo dell’opportunità, avendo assegnato un servizio così importante ad un unico gestore sull’intera area vasta delle provincie di Arezzo, Grosseto e Siena (più alcuni comuni della Val di Cornia che hanno aderito), nonché sull’eccessiva durata del contratto stesso.
La stessa Antitrust fece notare come una tale organizzazione annulla qualsiasi possibile concorrenza e danneggi i cittadini:
Questo, di fatto, comporta una situazione di monopolio in cui il gestore unico (6Toscana) definisce i costi del servizio e chiede il conto all’ATO 6 Toscana Sud che, a sua volta, aggiunti i costi per il suo servizio e per il suo personale (tanto per dire, la retribuzione del Direttore Generale per il 2013 è stata di 135.000 €), la invia ai comuni secondo il PEF – Piano Economico Finanziario – che ogni anno sono tenuti a redarre e che contiene le voci di costo indicate sopra.
A questo punto il Comune definisce le quote da ripartire tra i cittadini e gli esercenti secondo il Regolamento per la disciplina della TAssa RIfiuti, rinnovato ogni anno, dove sono contenute anche eventuali esenzioni o riduzioni.
Ad esempio il Comune di Siena, per il 2016, ha individuato la seguente ripartizione:
che riepiloga la distribuzione delle due parti della tariffa per le utenze domestiche e quelle non domestiche: in questo caso, le utenze non domestiche (es. esercizi commerciali) saranno tenuti a pagare complessivamente una quota superiore rispetto alle abitazioni.
Sul tema delle detrazioni, uno dei temi sul quale abbiamo cercato di ampliare la platea è stata quella per il compostaggio domestico: attualmente, infatti, solamente chi è dotato di “area scoperta di pertinenza dell’abitazione” può beneficiare, nel caso faccia compostaggio domestico, dello sconto del 30% sulla parte variabile della tariffa. Avevamo proposto un emendamento che permettesse tale beneficio anche ai detentori di orti o giardini non adiacenti all’abitazione (come è in moltissimi casi) ma purtroppo è stata bocciata.
Tuttavia l’aspetto più evidente è l’assenza di alcun criterio di progressività dei costi dovuto all’effettiva produzione di spazzatura (che influisce solo su una parte della tariffa): in un contesto europeo, dove vige il principio del “chi più inquina, più paga“, l’attuale sistema di tariffazione -oltre all’impossibilità per l’Amministrazione di agire direttamente sulle strategie di raccolta e smaltimento- è palesemente ingiusto.
Ma perché la situazione è peggiorata ?
Rispetto alla situazione precedente l’istituzione delle ATO Rifiuti ad opera della Regione Toscana (di cui, peraltro, si vantano…), quando il servizio era in mano a società municipalizzate dove le amministrazioni erano soci diretti, con l’ex-Consorzio ora Srl 6Toscana la situazione è ancora più ingarbugliata. Per Siena, ad esempio, abbiamo il Comune di Siena socio della municipalizzata SienaAmbiente, proprietaria degli impianti. Questa società non solo è socio di 6Toscana (con il 23,79%) ma gli offre l’utilizzo degli impianti come l’inceneritore di Pian di Foci (Poggibonsi). Il Comune di Siena, dentro l’ATO 6 Toscana, si trova così ad essere, con ruoli diversi e contrapposti, attore su più poltrone. Conflitto di interessi ? Secondo noi si, perché è chiaro che, almeno per quanto riguarda l’inceneritore e la necessità di rientrare sia degli investimenti realizzati che nel percepire dividenti, ma si sposa con la necessità di garantire ai cittadini il migliore servizio possibile con i costi più bassi.
Ovviamente questo è solo un esempio per cercare di far capire i motivi del costante aumento della”spazzatura” che, come cittadini, ci troviamo ad affrontare di anno in anno. E sembra non esserci via di uscita, perché il contratto “blinda” le tariffe per 20 anni e perché la legge regionale impone di avvalersi dell’ATO per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.
Questo spiega anche come ha fatto 6Toscana Srl a conseguire un utile, per il 2015, di 2 milioni di € (in aumento rispetto agli 1,8 milioni di € nel 2014) in una situazione dove la quantità di rifiuti prodotti è in costante diminuzione e, almeno per quanto riguarda il Comune di Siena, non si riesce ad andare oltre il 45-46% di raccolta differenziata.