Questo pomeriggio, durante la seduta odierna di consiglio comunale, è stata affrontata una mozione del cons. Falorni sull’intitolare una via di Siena alla scrittrice Oriana Fallaci.
Per la cronaca, pur se ho votato a favore, la mozione è stata bocciata dal voto contrario della maggioranza.
A prescindere dalla questione in sé, mi sono chiesto perchè si intitolano vie alle persone. Certo, solo alle persone importanti, degne di avere il loro nome ricordato a lungo, almeno su una mappa geografica. Comunque sia, si intitoliamo le strade delle nostre città a personaggi che riteniamo meritevoli di essere ricordati, per i meriti più disparati, da quelli civili a quelli di guerra.
Le leggi che regolano la toponomastica sono essenzialmente tre: il Regio Decreto n. 1158/23, convertito dalla Legge 473/25 («Norme per il mutamento del nome delle vecchie strade e piazze comunali»), la Legge 1188/27 («Toponomastica stradale e monumenti a personaggi contemporanei») e l’Art. 41 del DPR 223/89 («Nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente»). E’ bene ricordare che, qualora si tratti di cambiare nome a una strada, occorre l’approvazione del ministero competente e della Sovrintendenza (sulla relativa targa va comunque riportata anche la precedente denominazione). Nel caso di una nuova strada, occorre il parere favorevole del prefetto ed è vietata la denominazione a persone che siano decedute da meno di dieci anni, salvo che non si tratti di caduti in guerra. Sono ammesse però deroghe per casi eccezionali, relativi a «persone che abbiano bene meritato della nazione», sempre se consentito dal prefetto.
Leggi a parte, se intitolare una strada è un modo per mantenerne vivo il ricordo e le gesta, credo che almeno in Italia questo obiettivo sia totalmente fallito: sarà il livello culturale mediamente basso degli italiani, sarà che a scuola non vi è la minima attenzione a questa questione, ma sono pronto a scommettere che una buona maggioranza dei miei vicini non riesce a dare il giusto nome alla “G.” della strada dove abitano, ovvero “Via G. da Verrazzano“. E men che mai sanno descriverne le gesta, anche se Giovanni da Verrazzano, noto esploratore italiano che per primo entrò nella baia dove ora sorge New York, nacque a Greve in Chianti nel 1485 circa…
A questo punto sorge spontaneo il dubbio sull’effettiva utilità di intitolare le vie a personaggi di cui vogliamo tramandarne il nome se nessuno, o solamente in pochi, conoscono effettivamente le storie di queste persone.
Alla fine, non è forse meglio -per tramandare il ricordo- una lapide commemorativa ?
Nella foto, lapide commemorativa di Idillio dell’Era, nel piccolo centro storico di Casal di Pari (GR).