“Il mondo ora contiene più fotografie che mattoni e sono, sorprendentemente, tutte diverse.”
John Szarkowski
La grande rivoluzione che, nel settore delle telecomunicazioni, è stata provocata dalla diffusione sorprendente degli smartphone credo abbia origine anche dall’introduzione di poterci scattare le foto. Sembra passato un secolo dal primo cellulare con fotocamera integrata, lo Sharp J-SH04, messo in commercio nel 2000: in questi 18 anni siamo passati da sensori da 0.1Mpixel a sorprendenti ottiche Leica o Zeiss, con risoluzioni di 16 ed oltre Mpixel e risultati talvolta comparabili alle fotocamere professionali !
In alcuni concorsi di fotografia sono previste categorie speciali proprio per le foto scattate con gli smartphone e gli stessi produttori pubblicano sui loro siti web guide dettagliate per insegnare ai loro clienti come scattare foto migliori con i loro prodotti (iPhone).
Ormai tutti gli smartphone hanno la fotocamera integrata (se non due, quella frontale e quella retro) che utilizziamo per scattare foto in molteplici occasioni: dal documento urgente da inviare al commercialista alla foto della spiaggia, dal compleanno del figlio alle situazioni più intime.
Spesso però dimentichiamo che lo smartphone non è una macchina fotografica. Il nostro smartphone è un dispositivo multimediale complesso, connesso sempre più frequentemente alla Rete, dove abbiamo anche software che utilizzano le nostre foto e le inviano nel cloud (ricordate il film con la bellissima Cameron Diaz, Sex Tape ?). Spesso lo facciamo anche noi, volontariamente, inviando gli scatti su chat di Whatsapp o su Facebook, ignari delle conseguenze e -soprattutto- di quanto le nostre innocenti fotografie possano essere potenzialmente rischiose per la nostra vita quotidiana.
La semplicità con la quale scattiamo e, praticamente subito, ritroviamo le nostre foto sulla cartella condivisa di Dropbox, su Whatsapp, su Google Foto, su Instagram… ci fa dimenticare di quante informazioni, oltre alla foto in sé, comunichiamo ad estranei.
GPS attivo ?
Avete verificato se, tra le impostazioni, avete il tag GPS nelle foto attivo ? Perché in questo caso sarà memorizzata l’esatta posizione –latitudine e longitudine– di dove avete scattato la foto. E sarà memorizzata dentro la foto, nei metadati Exif, così che se la inviate ad amici e parenti, attraverso un semplicissimo programma -anche online come Exif Viever Online– potranno sapere esattamente dove vi trovate, compresa data e ora. Magari volete farlo sapere, o magari no. Decidete voi. Ma sappiate che le vostre foto si diffondono spesso incontrollate sul web e potrebbero potenzialmente finire in mani indesiderate: immaginate, ad esempio, una giornata in cui vi siete svegliati con un forte malessere. Chiamate il medico e vi fate fare un certificato medico per lavoro, per comunicare e giustificare la vostra assenza. Durante la giornata, però, vi sentite meglio e decidete di approfittare della “malattia” per fare visita ad una amica che ha appena avuto un figlio. Entusiaste, mentre giocate con la bambina decidete di scattare una bella foto della piccola che tenete in braccio. La mandate alle vostre amiche sulla chat di Whatsapp dove, però, dimenticate che ci sono anche un paio di colleghe, di cui una invidiosa. Questa prende la foto e, per farvi un dispetto, la manda al vostro capo. E lui avrà tra le mani una prova che, invece di essere a casa malata e sofferente, avete violato l’obbligo di dimora e siete potenzialmente a rischio di licenziamento. Credete che sia solo fantascienza ? Qualcosa di simile, per fortuna con un lieto fine, è già accaduto: Licenziata per una foto Ma il giudice la reintegra.
Non solo il primo piano
Quando scattiamo una foto, e questo vale anche con le fotocamere, spesso inquadriamo nella composizione anche altri soggetti e/o oggetti a cui non diamo attenzione. Ma può accadere che, tra questi soggetti, vi siano informazioni che non desideriamo far conoscere ad altri, come ad esempio una password o altre informazioni potenzialmente sensibili. O magari ci dimentichiamo che lo specchio dietro di noi rimanda una immagine che, magari, non vorremmo far vedere. Insomma, quando scattiamo una foto non mostriamo ai nostri interlocutori solo ciò che vorremmo far vedere: spesso sono i particolari, quelli insignificanti o sullo sfondo, ad essere forieri di sventura…
Memoria birichina
Le foto che scattiamo vengono memorizzate sulla memoria interna dello smartphone o sulla memory card. Ed entrambe queste posizioni sono accessibili anche se lo smartphone ha lo schermo rotto e decidiamo, ad esempio, di gettarlo nella spazzatura (tra l’altro, non andrebbe mai fatto poiché sono rifiuti elettronici speciali “RAEE” e vanno smaltiti in modo adeguato). E qualcuno, magari, recupera lo smartphone con il display rotto ed inizia a sbirciare tra i vostri dati, le vostre foto. Qui dovete solo immaginarvi cosa uno sconosciuto potrebbe trovarci e valutare se vale davvero la pena lasciare la foto del documento e/o del PIN e/o delle password della posta elettronica nella Galleria delle immagini…
Ovviamente lo stesso ragionamento vale in caso di furto o smarrimento: ci sono strumenti antifurto, come Cerberus o anche lo stesso Google Android, che permettono la cancellazione della memoria da remoto. Ma meglio prevenire che dover subire furti di identità o altre conseguenze ben più pesanti.
La soluzione è molto semplice: non gettate o non rivendete, né prestate ad amici e parenti, il vostro smartphoneprima di esservi assicuratevi che tutte le informazioni al suo interno siano state cancellate, compresa la rimozione della SIM e della memory card.
Per le password potete avvalervi di strumenti come KeePass (per Android e per iPhone) e conservare tutti i vostri dati (PIN, password…) in modo sicuro.
Persi nel Cloud
Prima ho citato il cloud, una tecnologia meravigliosa che prende i nostri dati e li memorizza, a tempo indeterminato, non si sa dove. I nostri dati, sul cloud, sono spalmati tra decine di data center in locazioni diverse, sparpagliati in tutto il mondo. Certo, sono al sicuro. Al sicuro grazie ad un account che noi stessi abbiamo creato, con username e password. La password che abbiamo scelto è sicura ? Verificate periodicamente che -ad esempio su Have i been pwned- che il vostro account non sia stato compromesso ?
Perché per quanto possiate aver scelto una password sicurissima, le falle dei sistemi informatici sono realtà così come i data breach, che potenzialmente espongono tutti i nostri dati personali a chiunque, malintenzionati compresi. E se memorizziamo le nostre foto o immagini contenenti dati personali nel “cloud“, le possibilità che possano venire copiate, usate o diffuse sono reali.
Quanto valgono le nostre esperienze ?
C’è poi un aspetto meno tecnico e più sociale. Insomma, capisco che condividere emozioni e ricordi con amici e parenti sia bello ma… dobbiamo proprio condividere tutto ? Certe volte, per la smania di voler riprendere o scattare foto “indimenticabili” (e su questo se ne potrebbe discutere a lungo…), ci perdiamo le emozioni del momento. Emozioni spesso uniche, che uno scatto non può tramandare. Penso ad esempio alla carriera del Palio di Siena, evento straordinariamente bello ed emozionante che si tiene due volte l’anno a Siena, in Piazza del Campo. Anche quest’anno, come quasi ogni anno, ero in Piazza per assistervi. Intorno a me migliaia di turisti che, per la foga e la smania di fare le foto, si perdevano l’emozione unica di essere in una Piazza gremita di persone che, negli interminabili istanti del passaggio della busta, rimane nel silenzio più completo. Una esperienza, come molte altre in queste giornate così intense, unica. Siete davvero sicuri di volervela perdere “spippolando” sullo smartphone ?
Idem per mille altri momenti della nostra vita, per i quali il ricordo che conserviamo nella memoria spesso è molto più forte di qualsiasi foto e immagine: vorrei quindi invitarvi a vivere la vita più da protagonisti e meno da spettatori.
Quanto valore vogliamo dare ai nostri ricordi ?
Per finire, una considerazione banalmente tecnica ed una verità ancora assoluta: gli smartphone non possono scattare grandi foto. Non potranno mai competere con la profondità, con la gamma dinamica, con la qualità del sensore di una reflex o di una mirrorless di buona qualità. Per semplici motivi tecnici e, spesso, banali: su uno smartphone non è fatto e progettato solo per fare foto.
Certo, con uno smartphone di buona qualità di possono scattare ottime foto: la qualità raggiunta dai sensori odierni è davvero impressionante ! Vanno quindi benissimo per moltissime situazioni quotidiane, dove magari l’unica cosa dotata di macchina fotografica è il nostro cellulare. Ma per i momenti importanti, fatevi un favore: usate fotocamere di qualità. O affidatevi a fotografi esperti, che sapranno conservare il ricordo e l’emozione di certi momenti meglio della foto sfocata e sgranata prodotta dal vostro smartphone.
Accettate inoltre un consiglio: le foto più importanti fatele stampare su carta fotografica, perché tra qualche manciata di anni le foto che avete scattato con il vostro smartphone non riuscirete, probabilmente, più a vederle: l’obsolescenza tecnologica, anche dei formati, galoppa troppo velocemente. E come per i filmini in super8 o in VHS del matrimonio dei vostri genitori, avrete serie difficoltà ad accedere nuovamente ai vostri ricordi più prezioni.
I momenti di qualità meritano ricordi di qualità.
P.S: Non dimenticate il backup !
Sapete che il vostro smartphone può, molto banalmente, rompersi. Vero ? E portare via con sé tutte le immagini, i contatti, le foto, i video… tra cui anche il video delle prime parole di vostro figlio, a cui tenete tantissimo ?
La soluzione si chiama backup.
A seconda della riservatezza dei vostri dati e delle foto, potete scegliere tra diverse soluzioni. Dal cloud gratuito di Dropbox, Mega o Google, a soluzioni SOHO –Small Office, Home Office– come i NAS della Synology, che offrono anche soluzioni cloud personali. Periodicamente sarebbe una buona abitudine salvare le foto anche su CD o DVD (si, esistono ancora…) e conservarli in luogo fresco e asciutto. Le “chiavette” o gli “hard disk esterni” non vanno bene, perché anch’essi sono soggetti a rompersi. Ed in genere si rompono sempre quando non dovrebbero 🙂 Per il salvataggio di dati che non cambiano, come le foto, la soluzione migliore è affidarsi a supporti di tipo ROM.
Qualche consiglio per finire…
Personalmente adotto una struttura di memorizzazione basata su anno, mese ed evento. Ad esempio, la cartella 2017 contiene la cartella Agosto con la cartella “Compleanno mamma”, dove salvo tutte le foto relative a quell’evento. In questo modo tengo non solo traccia di quando è successa una certa cosa ma recupero anche velocemente le immagini ed i ricordi di un certo periodo.
Per la gestione delle foto, invece, uso Digikam, ottimo anche per piccoli fotoritocchi. Per le modifiche più importanti, uso il potentissimo The Gimp. Esistono anche altri software molto interessanti e validi, come Darktable.
Detto questo… buona estate e buone vacanze. E non dimenticate il backup 😉