A poche ore dal termine dello spoglio per il Referendum del 17 Aprile 2016, con la notizia del mancato raggiungimento del quorum, i social network sono stati invasi tra chi imprecava contro chi non si era recato alle urne e chi, invece, difendeva il suo diritto all’astensione.
Comunque la si pensi, i dati sono inquietanti: solo il 31,19% degli italiani si è recato a votare. Oltre 2 su 3 hanno preferito non esprimersi su un quesito molto tecnico, politicamente importante.
Credo sarebbe stato sufficiente l’invito del Presidente del Consiglio all’astensione per provocare, in tutti gli italiani, un sussulto di orgoglio e di accorrere alle urne anche solo per fare scheda nulla. Invece niente, ha vinto l’apatia.
Capisco e rispetto, sia chiaro, chi ha votato ‘NO‘. Era lecito, è una scelta precisa su un tema come le concessioni per le estrazioni petrolifere in mare. Ma chi ha rinunciato ad andare a votare perché voleva boicottare il referendum stesso non riesco a capirlo. O, meglio, lo capisco benissimo ma lo reputo francamente un atteggiamo puerile, di comodo. Era molto più dignitoso un sonoro ‘NO !‘ ad una astensione segnata dall’indifferenza e dalla volontà di boicottare la più alta forma di democrazia consentita nel nostro paese.
Il quorum, la “soglia di validità” per una domanda rivolta agli italiani, provoca una comoda terza scelta, l’astensione. Con effetti politicamente devastanti: una maggioranza silenziosa che impone alla minoranza che partecipa di esercitare il proprio volere.
“Libertà è partecipazione” dice una famosa ed abusata battuta di Giorgio Gaber. E chi non ha partecipato ?
Come ho letto in un editoriale stamani, la democrazia è un privilegio che deve essere conquistato, giorno per giorno, voto per voto. Comunque la si pensi, l’espressione del voto è un diritto che i nostri padri ed i nostri nonni hanno conquistato con il sangue, con la vita. Astenersi significa, prima di tutto, offendere il loro sacrificio per un Paese libero.