Il lock-in spiegato dalla mia automobile

“L’automobile è diventata un articolo di abbigliamento senza il quale ci sentiamo
nudi, incerti e incompleti nella complessità urbana.”
Marshall McLuhan

Proprio in questi giorni mi è capitato un problema all’automobile. Come molti diesel, soprattutto quelli più moderni e quando i km iniziano a essere tanti, il FAP –Filtro AntiParticolato– può dare qualche problema. Generalmente le auto sono programmate in modo da effettuare una pulitura automatica di suddetto filtro, ad esempio spruzzando del carburante dentro di esso e scatenare una reazione che porta la temperatura a oltre 500°C, rimuovendo le varie impurità inquinanti che vi si sono depositate. Se, per qualche ragione, la pulizia non riesce e i sensori rilevano che il filtro è troppo ostruito, si accende la famigerata spia gialla sul cruscotto e la centralina riduce automaticamente la potenza del motore per evitare danni.

Nella mia auto si accende la generica spia di “problema motore” che, se si consulta il manuale di uso e manutenzione, significa il dover contattare immediatamente l’officina per una diagnosi del problema. Anche perché, come ho già detto, con la potenza limitata del motore è difficile riuscire ad andare molto lontano.

Fortunatamente qualche anno fa acquistai un ELM327 da pochi euro, che consente –collegandosi al bus ODB2 che ogni auto ragionevolmente moderna ha– di effettuare subito una prima diagnosi del problema: usando l’app Torque, ho recuperato velocemente il codice di errore P2463, che corrisponde a “Diesel Particulate Filter Restriction – Soot Accumulation“.

Tutte le auto dal 1996 in poi hanno un connettore ODB -Onboard Built-in Diagnosis- che consente di effettuare diagnosi sul veicolo senza dover smontare niente. Esistono in commercio dispositivi che si connettono a questa porta ma ovviamente non mi assumo alcuna responsabilità in merito all’uso che potreste farne.

Mettendomi l’animo in pace, essendo peraltro già la seconda volta che capitava (problema risolto in officina ufficiale pagando qualche centinaio di €…), mi metto alla ricerca di una officina ufficiale per la mia auto nei paraggi: niente da fare, in zona non ce ne sono. La più vicina è a quasi 100km ma nessuno risponde al numero di telefono indicato: siamo a metà agosto e forse è chiusa per ferie.

Nella mia ingenuità, ignoravo che mi sarei a brevissimo scontrato con quello che noi informatici chiamiamo “lock-in“. Ma andiamo con ordine, che ancora non è finita qui.

Mi reco, fiducioso e ragionevolmente tranquillo, presso una officina del luogo. Molto gentilmente, si prendono in carico il problema confermando la mia diagnosi: il filtro antiparticolato è troppo intasato e la rigenerazione automatica non riesce a ripulirlo (Tra l’altro, indicativo vedere come ormai il meccanico arriva già con il PC sottobraccio e, come prima cosa, si collega alla centralina via connettore ODB per fare le prime diagnosi del problema).

Tuttavia, non essendo una officina ufficiale, non hanno il software specifico per la mia auto e, purtroppo, con la strumentazione in loro possesso è impossibile accedere ai parametri specifici della centralina e innescare la rigenerazione del filtro, risolvendo l’inconveniente. Ogni auto, infatti, ha dei comandi specifici per alcune operazioni e solamente le officine autorizzate possono beneficiarne. Bella fregatura, eh?

La mia fortuna è che, al meridione, la gentilezza delle persone non ha davvero pari. Mi mandano così da un elettrauto che, dicono, ha tutto il necessario ed è davvero un mago nel risolvere questi problemi. Fiducioso, mi reco da questo elettrauto che mi accoglie vestito di tutto punto, sigaro in bocca e una discreta pila di PC portatili e scanner ODB in un angolo.

Inizia a lavorare sulla mia auto, collegando almeno un paio di scanner ODB diversi e relativi software, cercando di risolvere il problema. Impiega qualche ora –pausa pranzo inclusa!– ma, alla fine, problema risolto: filtro FAP pulito, centralina felice e motore nuovamente bello pimpante. Mi mostra, sul PC, la schermata con i vari parametri d’intasamento del FAP e mi da qualche consiglio perché non accada di nuovo. Spendo, giusto per la cronaca, molto meno della metà di quanto avrei speso all’officina autorizzata ufficiale.

La storia ha avuto un lieto fine, per fortuna. Ma quanto accaduto mi ha imposto una ulteriore riflessione: quando ho acquistato l’auto, ne ho davvero acquistato la completa disponibilità oppure no? Perché se non posso accedere liberamente alla centralina, a tutti i parametri diagnostici e relativi allarmi generati dai vari sensori e dispositivi nella mia auto, che tipo di disponibilità ho acquistato? Se, per un problema purtroppo abbastanza comune come l’intasamento del FAP, che causa un forte depotenziamento del motore, devo rivolgermi obbligatoriamente a una officina autorizzata e sottostare al loro listino, quale libertà ho sulla mia automobile? E se il guasto accade in una zona dove non ci sono officine autorizzate, come poterlo risolvere?

Qualcuno potrà pensare che questa politica è necessaria per evitare danni al sistema. Per evitare che personale non addestrato acceda alla centralina, modificandone i parametri e, potenzialmente, causando danni anche gravi. Ma se io sono il proprietario dell’auto, responsabile anche del suo buon funzionamento, quale tipo di proprietà ho acquistato se non ho il totale e completo accesso ai suoi dispositivi?

Insomma, sarà che oggi le auto sono state definite “computer con le ruote“, ma ovunque ci siano sistemi informatici e relativo software, spesso e volentieri si ha a che fare con le medesime politiche protezionistiche di cui parliamo da tanto anche nel settore ICT.

Se non altro, nel mondo informatico abbiamo il grande privilegio di poter scegliere il software open-source, che ci garantisce davvero la massima e totale libertà. Nel settore automobilistico, purtroppo, c’è ancora molta strada da fare (e, probabilmente, l’aspetto più grave è che non se ne sente affatto l’esigenza).

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