“La morte è l’unica bella, pura conclusione di una grande passione.”
David Herbert Lawrence
Centinaia di migliaia di nuovi servizi nascono ogni giorno, nelle sconfinate praterie del Web. E centinata di migliaia di servizi muoiono, per i motivi più disparati. Google ovviamente non fa eccezione ed anche in seno al gigante di Mountain View sono nati e sono morti, negli anni, decine di servizi ed iniziative.
Eravate su Orkut, il primo social network ?
Interessante vedere la storia di questi servizi, che magari abbiamo anche utilizzato in passato: ricordo ancora quando mi parlarono di Orkut, il primo esperimento di network sociale, definitivamente chiuso nel 2014, o di Google Wave, che avrebbe dovuto rivoluzionare gli strumenti di produttività. Tra qualche anno ricorderemo forse con nostalgia, o forse no, Google Plus, la risposta di Big “G” all’ascesa di Facebook, che sarà definitivamente ucciso tra pochi mesi. O di Inbox by Google, un servizio di gestione delle priorità che si interfaccia a GMail ma che sarà terminato tra poco.
The Google Cemetery
Nei siti web come The Google Cemetery e Killed by Google è raccontata la storia di ognuno dei servizi “morti”. Una interessante panoramica della storia e dell’evoluzione di Google e del web stesso, che evidenzia ancora di più i cambiamento storici del mondo virtuale di Internet.
Killed by Google is a Free and Open Source list of dead Google products, services, and devices. It serves to be a tribute and memorial of beloved products and services killed by Google.
Killed by Google tagline
Dove noto, è inclusa anche la motivazione del trapasso: spesso per inutilizzo, talvolta per incorporazione in altro strumento, raramente per errore (e qui un rimando al problema di Google+, che avrebbe esposto i dati personali di oltre 52 milioni di utenti, è obbligatorio). Ci son servizi che sono rimasti online per oltre un decennio, come Picasa, altri morti nel giro di appena un anno (come ad es. Google Spaces): nel mondo veloce della Rete, al momento, l’unica vera killer application è e si conferma, anno dopo anno, l’email (che nasce, ufficialmente, nel 1971…). Sarà un caso se, anche in questo settore, la presenza di Google è sempre più ingombrante?