Penso che parlare di Rete libera sia una vera stupidaggine.
Stefano Rodotà
Invece di Rete libera e, soprattutto, della libertà della Rete dovremmo parlarne. Innanzi tutto perché ormai la nostra realtà è profondamente interconnessa con il mondo virtuale, da dove transitano la stragrande maggioranza delle informazioni che quotidianamente utilizziamo per la nostra vita, il nostro lavoro, il nostro tempo libero.
La libertà della Rete fu uno dei pilastri progettuali dell’IPTO, il dipartimento diretto da Joseph Carl Robnett Licklider e sviluppatore del progetto Arpanet: interconnettere i calcolatori in una Rete capace di adattarsi alle variazioni della stessa, trovando sempre una via (“route”) per raggiungere il destinatario.
La libertà della Rete dipende anche dalla sua velocità di connessione, come ben sanno tutti coloro che si sono occupati di digital divide ed ancora oggi navigano con larghezze di banda ridicole, con conseguenze anche economiche non trascurabili.
E’ proprio sull’ampiezza di banca che in questi giorni si sta combattendo l’ultima, in ordine temporale, guerra per limitarne la libertà: gli operatori promettono il 5G se l’Unione Europea modificherà le normative relative alla Rete, limitandone la libertà.
Il “Manifesto sul 5G”
Dal “Manifesto sul 5G” promosso dalle 20 maggiori compagnie telefoniche europee si evince bene la necessità, o la volontà, di superare proprio il pilastro fondante di Internet con la creazione di una infrastruttura “dedicata” alla nuova Rete superveloce:
Tale richiesta collide con alcune indicazioni contenute nell’attuale normativa europea sull’accesso alla Rete, in particolare gli articoli relativi alla gestione e “divieto di discriminazione” del traffico, anche relativamente al contenuto (“payload”). Infatti l’attuale normativa europea, al punto 8, indica chiaramente che:
Internet a due velocità ?
La creazione di una rete speciale per il 5G rischia di promuovere una Internet a due velocità (e due “diritti” di accesso): da un lato chi potrà permettersi di navigare veloce su corsie preferenziali e chi, invece, si troverà a dover continuare la navigazione su strade lente e malandate.
Il rischio è quello di un aumento del digital divide, limitando ancora di più l’accesso alla Rete ed ai dati alle categorie di utenti meno abbienti ed ai fornitori di servizi (“ISP”) che scelgono di non aderire alla rete 5G voluta e creata dai 20 “big” dell’industria delle Telecomunicazioni.
Cosa possiamo fare ?
Per questo è importante mobilitarsi, tutti noi utenti della Rete, per salvaguardarne la libertà ed il diritto di accesso. Un primo passo è la sottoscrizione della petizione su Avaaz: https://secure.avaaz.org/it/save_the_internet_eu_loc_2016/